La deposizione di Dida
15 ottobre 2007
Milanisti ancora.
Ciechi mai.
Autoironici sempre.
Bio o non bio...
13 ottobre 2007
Ho ricevuto questa mail dopo il monologo di ieri sera...
Caro Claudio,
nonostante la tua innata simpatia, ieri sera hai decisamente toppato cercando di ridicolizzare alcune forme di medicina non convenzionale, nominando tra l'altro arnica e calendula che sono piante la cui efficacia è nota anche al più ignorante dei telespettatori.
Pensaci un attimino prima di "sparlare" di usi e costumi noti e familiari a migliaia di persone.
Due farmacisti di turno.
Ed eccovi alcuni passi della mia risposta (che ho inviato loro in privato)...
Io uso l’omeopatia da più di dieci anni con ottimi risultati, e così anche mia moglie e i miei figli. Il mio medico curante è il Dott. xxxxx xxxxxx, noto antroposofo e dotato, tra l’altro, di molto sense of humour.
Pss. Ora vado che devo prendere dieci granuli di echinacea argentum perché sento un piccolo inizio di raffreddore.
Le mamme bio bio
12 ottobre 2007
Ed anche oggi, in anteprima, pubblico il monologhino che intrepreto questa sera a Zelig.
E' una rivisitazione di un pezzo scritto da Giorgio Terruzzi anni fa.
I figli. I figli sono un bel problema. Ma sapete qual’è il problema più grosso per uno che ha dei figli? Le mamme.
Il bambino si ammala improvvisamente? Guai a chiamare un dottore qualsiasi: e chi è, e chi non è, a chi si ispira, cosa prescrive. Le mamme: belle, brave, simpatiche, liberate, ti perdonano tante cose, ma su altre non transigono.
Ci sono parole che non bisogna mai lasciarsi sfuggire perché chi le pronuncia è perduto, zittito e guardato con sospetto per sempre. Parole tipo: antibiotico, vaccinazioni... “I granuli. Ci vogliono i granuli da sciogliere sotto la lingua. Ci vuole l’arnica, caro il mio ritardato”. L’arnica che nessuno sa cos’è ma guai a chiedere che fai la figura dell’idiota.
Ho fatto sette anni di analisi freudiana, quattro volte la settimana, alle sette e mezza di mattina. Dietro la mia schiena c’era un donnone con una voce tipo Lina Volonghi. Mai vista in faccia. Dopo sette anni mi giro… era Lina Volonghi!, vestita da Madre Courage che perlustrava come un setter la mia psiche. Tutto per niente: “La calendula ci vuole!, tintura madre”. Madre Courage? “Ma non fare il cretino. Anzi, belladonna”. Beh, meno male. “Monodose, però, 30 CH”. Colpito e affondato. “Ma no, non è mica battaglia navale. E per cena il miglio decorticato…”
Bevi caffè? Cazzata. Ci metti lo zucchero? Grandissima cazzata. Zucchero bianco? Enorme cazzata. Il bio ci vuole, il Bio. “L’hai preso il bio?” L’ho preso. “Dove l’hai preso?” Lascia fare. Sullo scaffale. “Che scaffale?” Quello del super. “Super? Scaffale? Ma come parli? Chi sei? E poi quel bio lì chi l’ha testato?” Io non l’ho testato, era lì e l’ho preso. “C’è il bio e il bio-bio, no?” Vedi, basta spiegarmele le cose: io non sapevo che c’era il bio… e il bio-bio. Adesso che lo so, cambio.
Come la storia del letto: mi hanno spiegato che bisogna evitare i nodi elettromagnetici. Allora mi sono messo lì con il pendolino per cercare ‘sti nodi: li ho trovati e ho spostato il letto. Anche se dormire in corridoio con la testata del letto contro l’armadio a muro non è il massimo del comfort, ma non importa. Siamo più sani, quasi salvi. Fosse stato per me sarei ancora alla Fiesta Snack, al dentifricio Paperino’s, al letto in camera da letto, con i comodini, le pantofole, l’abat-jour …
Birmania
10 ottobre 2007
Ecco un'altra bellissima anche se agghiacciante vignetta di Pietro...