Il blog

“L’Arbre De L’Inquiétude”

  “L’Arbre De L’Inquiétude”
Ricevo spesso lettere dall'amico Joshua che leggo regolarmente... e così trascorrono le giornate (ed è subito sera, direbbe un poeta)
Un po' per vendetta, un po' per sadismo , ma anche per masochismo ho deciso questa volta di pubblicare la parte dedicata ad un "noto" scrittore crepuscolare francese, tal Guy Lafent. Ecco il testo:


“L’Arbre De L’Inquiétude”(Guy Lafent)


..Dissimulavo da anni,sotto una glaciale calma,l’ardente fuoco del mio tormento;ma oramai,quella sorta di gelida corazza,intaccata sempre più da l’infernale patimento interiore,si era pressoché  assottigliata tal da far fuoriuscire la mia vera umbratile natura..Per troppo tempo,avevo rasserenato gli amici con ilari aneddoti o li avevo cullati declamando eteree poesie,quasi a schermarli dai  deludenti e gretti orizzonti del vivere..Mai nessuno,però a chiedersi o chiedermi come stessi io od a preoccuparsi,visti come ultimamente i miei lineamenti parevano contrirsi sempre più,per me..E cosi’,caracollavo gravato da qta opprimente inquietudine per le strette ed inospitali vie del quartiere di St.Francois..Donne a mercificare la propria intimità,rozzi uomini vigliaccamente ad elidere se stessi abbarbicati ad una bottiglia ed io,avvolto in un elegante pastrano,ramingo fra quelle dimenticate anime..In realtà,mi aggradava disperdermi fra quelle vie;era come rendermi impalpabile ad una quotidianità di vacui salotti buoni,di stucchevoli convenevoli,di millantati successi,di ostentate certezze..Forse,era proprio li’,in quel volgo di reietti dalla speranza che stavo dannatamente riappropriandomi di me;iniziavo a svestirmi dalle inquietudini,a smarcarmi dal dolore,a non vergognarmi più di cercare risposte in un Dio giacché probabilmente iniziavo ad  apprender finalmente coscienza di me stesso..Specchiandomi,di sfuggita,nelle vetrine di un bistrot,notai che pure quel mio incerto quanto barcollante incedere  era svanito e,da contrappasso,una sicura quasi marziale cadenza permeava i miei passi..Come sospinto da una ritrovata vitalità,mi ritrovai a ripercorrere la via per casa..Iniziai a presagire che fosse proprio quella mansarda di rue St.Lacroix,dove ero nato e vivevo,una sorta di scrigno che custodisse una verità da cui ripartire e da  cui riprendere a meravigliarsi..Frugando,oramai sul portone,in tasca per afferrare le chiavi di casa,ritrovai la lettera di Claude,unico e fedele amico..Sorrisi nel leggere come lui,da uomo di campagna,mi suggerisse per alleggerire la mente dal gravoso fardello dei miei  pensieri la fatica del lavoro contadino..Effettivamente,pur non notificandoglielo,per un periodo decisi di seguire pedissequamente il suo consiglio ed iniziai a zappare,pur non possedendo nemmeno un fazzoletto di giardino(..Maestro,si sta insospettendo?)..Ma fu uno sforzo vano,spesi si’ sudore e fatica a sollevare zolle di parquet dal salotto ma null’altro;e subitanei riaffioravano insostenibili i pensieri..Salii di corsa le scale,quasi paventando di esser in ritardo col mio destino e,una volta solcato l’ingresso,fui misteriosamente rapito dalla finestra prospiciente la piazza del quartiere..Seppur con immane sforzo e dolore,gettai un occhio da quei vetri(..Maestro,Le sta montando una sorta di disagio?)..Fissai l’attenzione su di quell’unico albero del piazzale e sobbalzai madido per le copiose lacrime a rigarmi,in caldi rivoli,le gote..ECCO LA RISPOSTA A TUTTO!..Mi convinsi che,probabilmente,era la ciclicità a regolamentare l’esistenza,nondimanco a dipanarne il vero significato fra il ginepraio di quesiti esistenziali..Quell’albero aveva rappresentato per me ed i fanciulli del quartiere un riferimento attorno a cui nacquero e si librarono nello sconfinato etere della fantasia le prime nostre speranze,poi purtroppo prematuramente svanite..Commosso,le rimembro ancor!..Ah,il desiderio di tirare giu’ l’arcobaleno con una fune o di copulare con Edith Piaff!!..E poi,i sogni di gloria prendendo a pedate un pallone..La scelta di una squadra cui dare la nostra smodata passione..Fui l’unico a preferire al Paris St German l’Inter(..Ma va?..Chioserà un Lei sempre più sospettoso!)..La voglia di abbandonare Parigi per aprire delle pizzerie al taglio nelle isole Fijii..E poi,sempre intorno a quell’albero,la droga..La certezza di essere caduti in quel baratro,la paura di ripiombarci pur consapevoli di non averlo mai risalito..Quell’albero ha rappresentato l’inizio di tutto e potrebbe esserne l’agognata fine,bofonchiai..Quei flessuosi rami sotto cui amavo ripararmi dal sole e dal vento,ora sono possenti  a tal punto da poter sostenere il peso dei miei insuccessi e dei miei fallimenti..Forse la risposta a tutto è quell’albero,forse esso è l’unica via d’uscita da un’asettica realtà dalla quale mi sottrarrò senza commiato alcuno..Basterebbe uscire e con una corda lasciarsi penzolare..Ma fuori c’è freddo e poi mi scappa da cagare..(GUY LAFENT)..Noooo,Maestro!!..Chiedo venia,lungi da me farLa singhiozzare e commuovere!!..E vabbè,considerata l’incommensurabile stima che nutro da anni nei Suoi confronti,onde evitarLe,come successo ieri ad un paio di mie amiche,di andare alla FELTRINELLI per cercare opere di GUY  LAFENT esponendosi a inconsapevoli gaffes,sappia che in realtà GUY LAFENT non risulta esser mai esistito!(..Ma daiii!!..Un piccato e non sorpreso Lei!)

Passi di danza

Passi di danza
A proposito di vignette, mi hanno inviato questa dal Vignettificio che trovo me no diretta di altre ma molto significativa visti i tempi che, ahimè anzi ahinoi, corrono.

Ecco pv

Ecco pv
Beh, ho letto dai commenti al post precedente che alcuni di voi aspettano con ansia il libro di Pv, e allora intanto beccatevi questa bella vignetta...

Emme

Emme
Vi vorrei segnalare che da qualche tempo è nato un nuovo settimanale di satira politica, è diretto dall'ottimo Sergio Staino (già fondatore del mitico Tango).

La rivista si chiama Emme ed esce tutti i Lunedì in edicola insieme all'Unità (per ora).

Forza Sergio!