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Monnabisia?

Monnabisia?
Morgana da Torino mi invia questo fotomontaggio che io pubblico così, senza commenti e con una buona dose di autoironia.

Punta Perotti

Punta Perotti
Ricevo questa segnalazione da MAURIZIA SFORZA e volentieri pubblico sia l'articolo del Corriere della Sera che la foto molto eloquente.

Nel ventre della Saracinesca, i tre palazzi abusivi da trecentomila metri cubi conosciuti come l'ecomostro di Punta Perotti, sta per essere piazzata «la provvidenziale dinamite», come chiedeva in un editoriale del Corriere della Sera, l'8 giugno 2000, Guido Vergani. Domenica mattina, la prima implosione. Poi le altre due, il 23 e il 24 aprile.

I palazzi sono stati già impacchettati, l'impresa che li farà accartocciare su se stessi è pronta, le misure di sicurezza sono state studiate nei dettagli, mac'è ancora un piccolo se. Questo: se oggi, o al più tardi domani, il giudice civile respingerà l'ultimo assalto legale del gruppo Matarrese, che ha presentato un ricorso d'urgenza perché giudica illegittimo «l'abbattimento dei palazzi in quanto beni pignorati», la dinamite potrà fare il suo lavoro. In caso contrario, la Saracinesca sopravvivrà. Forse non per sempre, ma nessuno potrà dire per quanto.

Tutti, o quasi, a Bari, ci speravano. Ma non hanno mai creduto che «veramente» si potesse arrivare ad abbattere quei tre bestioni di cemento sul lungomare, che sono perpendicolari alla costa e cancellano l'orizzonte. Adesso però che tutto è pronto e che (quasi) ci siamo, ecco che anche la scettica e disincantata Bari vuol godersi lo spettacolo. E scende nella piazza in cui sibilerà la lama della ghigliottina più con la morbosità della donnina che non vuol perdersi le teste rotolanti mentre lavora all'uncinetto, che non con il cuore in subbuglio di chi va a fare ciò che deve esser fatto, ma non avrebbe mai voluto farlo. Barcaroli e pescivendoli, parcheggiatori e ambulanti, faranno il loro mestiere come nel giorno del santo patrono. La gente, se ne prevede tanta, sono giorni che cerca un pass in più, per l'amico o la fidanzata. Mentre i politici fanno a gara a chi si è «battuto» di più affinché si arrivasse al fausto giorno di domenica 2 aprile.

Lo spettacolo, insomma. Con decine di cineasti a corto di idee, che piazzeranno le telecamere in tutti i punti possibili per fare «una grande opera collettiva», cioè Punta Perotti che crolla da tutte le angolature, «come il film Zabriskie Point». Niente di meno. E i siti internet allestiti per l'occasione? Visitatissimi, anche da illustri navigatori. Come Massimo D'Alema per esempio, che partecipa al gioco sul web «50 euro (veri) per acquistare una suite (virtuale) di Punta Perotti» e contribuire così a comprare un albero.

Ma c'è chi ricorda che nessuno di tutti quelli che oggi chiamano al Gran Giorno hanno mai pronunciato una sola parola, anche solo un brontolio, contro le lottizzazioni e le autorizzazioni e persino le «leggi ad hoc» che partorirono il Mostro. Che non è stato un regalo della sola destra o della sola sinistra, ma di entrambe.

Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ricorda il giorno in cui Silvio Berlusconi guardò la Saracinesca e disse che andava demolita «punto e basta», l'ha capito che c'è poco da suonare fanfare. E si è «dissociato» dai suoi amici «in festa» con un manifesto, che verrà affisso oggi, in cui onestamente riconosce il merito di questo risultato a quelle associazioni e a quelle persone che «trasversalmente » e controcorrente credettero che si doveva cancellare Punta Perotti dall'orizzonte di Bari.

(Carlo Vulpio 30 marzo 2006 Corriere della sera)

Duna

Duna
A proposito di auto, mi è tornata in mente una foto curiosa che avevo da tenpo sul computer. E' assolutamente vera. A me fa molto ridere.

Eolo

Eolo
Ricevo questa segnalazione dall'amico Andrea Oldani, che volentieri pubblico.
Sentiamo se voi ne sapete qualcosa e soprattutto cosa ne pensate...

E SE PER MUOVERCI IN CITTA' BASTASSE SOLO UN POCO D'ARIA?
L'idea nasce in Francia e potrebbe rivoluzionare il mondo dell'automobile.
EOLO è una macchina che al di fuori sembra una delle tante monovolume che girano nelle nostre città, ma all'interno nasconde una grande innovazione.
L'automobile cammina grazie a delle bombole di aria compressa che alimentano un motore MDi ( Motor Development International ) di 567cc da 25 CV.
Il motore non funziona a combustione ma semplicemente grazie alla espansione dell'aria compressa.
La ricarica dell'aria avviene in 4 ore tramite un compressore elettrico montato a bordo del veicolo; la stessa operazione potrà eseguirsi in stazioni di servizio dove avverrà in soli 3 minuti. L'unico consumo sarà quello di energia elettrica (corrente a 220 V).
Il costo del pieno si aggirerà intorno alle 3000 lire.
La velocità massima è di 110 km/h più che sufficiente per il circuito urbano.
L'autonomia è di circa 200 km o 10 ore di funzionamento ininterrotto.
Le dimensioni della vettura sono : lunghezza : 3,84 m; larghezza : 1,72 m; altezza : 1,75 m.
Molti saranno i modelli e tutti avranno l'aria condizionata di serie sfruttando quella che fuoriuscirà dal tubo di scappamento a -30°. L'unica emissione allo scarico sarà infatti aria.
La vettura entrerà in produzione verso la fine del 2001 inizi 2002 presso lo stabilimento francese di Nizza.
In Italia dovrebbe essere realizzata una fabbrica nella provincia di Rieti.
La commercializzazione inizierà nel giugno 2002 con prezzi dai 18 ai 20 milioni e con probabili incentivi, se i test ambientali daranno esito positivo, da parte dei governi europei.
Non avendo provato la vettura non possiamo essere sicuri del suo perfetto funzionamento e della sua affidabilità nel tempo. Aspettiamo che la vettura entri finalmente in produzione, sia testata anche a "fatica" e sia commercializzata per dare un giudizio definitivo.

ED EOLO SI TINGE DI GIALLO: CHE FINE HA FATTO?
Nel febbraio 2003 al Salone di Parigi, incontrammo colui che ha progettato questo veicolo: il francese Guy Negre. Era anche l'unico che ci potesse dare qualche informazione utile sul progetto.
Niente non c'è stato modo di saperne di più. Gentilmente riusciva ad evitare le nostre domande. Dopo tanta fatica siamo riusciti solo a farci dire che la sperimentazione stava continuando ad avere risultati positivi, che avevano delle difficoltà economiche per aprire gli stabilimenti di produzione ma che comunque tutto si sarebbe risolto entro la fine del 2003.