Ecco un neofiloamericano
11 settembre 2009
Ebbene sì, sono tornato dal mio lungo viaggio negli States.
Potete immaginare che cosa mi sono trovato davanti agli occhi: un paese il cui presidente del consiglio organizza festini ripetutamente (18 dicono le cronache giudiziarie) con molte ragazze maggiorenni e non (30 dicono le cronache giudiziarie) e litiga con Vaticano e alleati quali Gianfranco Fini ed anziché fugare ogni dubbio o semplicemente chiedere scusa (come fece Clinton a suo tempo) querela la stampa nemica.
E all'opposizione (a cui idealmente, storicamente e culturalmente mi sento di appartenere) cosa trovo?
Tre candidati, devo dire rispettabilissimi, ma che intrecciano alleanze trasversali tra ex componenti a partiti diversi (Rosi Bindi appoggia Bersani, Franceschini è sostenuto da Veltroni) e fin lì non ci sarebbe niente di male se non il fatto che davvero non riesco a capire (per quanto legga e cerchi di aggiornarmi) quali sono i veri punti di divisione e la diversa idea di società, di politica, persino di strategia.
In tempi così bui forse può valer la pena ritornare ai "fondamentali" di una moderna società che sono ancora Libertà uguaglianza, fratellanza.
La destra nostrana ad esempio è tutta protesa verso la libertà, poco nei confronti della fratellanza e addirittura avversa l'uguaglianza (mi è rimasta impressa una frase del nostro premier che recitava più o meno: "Questa sinistra vorrebbe che il figlio di un portinaio avesse le stesse possibilità del figlio di un avvocato!" Sì, dico io. E difatti il principio di uguaglianza è proprio uno dei discrimini tra destra e sinistra.
Ma i nostri candidati come si atteggiano ad esempio di fronte alla circolare del Vaticano che invita non solo a far rispettare l'ora di religione invocando il famoso Concordato tra Stato e Chiesa (firmato da Mussolini, vorrei ricordare), ma a farvi insegnare solamente la dottrina cattolica, una specie di catechismo, e non un avvio alla religiosità, all'eticità, magari ricordando (vista la multirazzialità a cui stiamo andando incontro, piaccia o no a Bossi/Calderoli/Maroni) anche altri tipi di sentire religioso che non mi sembrano affatto riprovevoli...
Ripenso al viaggio appena fatto negli Stati Uniti d'America, alle decine di razze che coesistono nella metropoli più metropoli del mondo che è New York, a questa città di cui oggi ricorre l'ottavo anniversario di una orrenda strage perpetrata da gruppi di terroristi convinti di avere il monopolio della verità e della ragione, che non ammettono dubbi, odiano la dialettica, rifuggono il relativismo (ahimè non sono i soli).
Ebbene, nonostante questo lutto quella società ha saputo eleggere un presidente che già nel suo nome e nel colore della sua pelle è una risposta ai leghismi americani che esistono, ah se esistono! (pensate solo al KKK).
Una persona che dalla politica che sta facendo mi sembra più avanti rispetto anche al suo stesso partito democratico (riuscirà ad esempio ad avere i voti in parlamento per far passare la sua riforma della sanità, cioè per andare verso una sanità pubblica, garantita per tutti... proprio il percorso inverso a quello che si vorrebbe fare nel nostro paese).
Una persona che è andata all'Università del Cairo a parlare di riconciliazione tra i popoli, spiegando (citando il Corano) che chi uccide un altro uomo (vedi Osama Bin Laden e soci) non solo commette un orrendo crimine ma va contro Dio...
Insomma, solo qualche anno fa, proprio nell'autunno del 2001, quando gli Americani invasero l'Iraq con il pretesto (poi rivelatosi falso) della presenza di armi di distruzione di massa per alcuni miei monologhi alle Iene show, fui accusato di essere antiamericano (conservo ancora i ritagli di giornale, e non parlo di Libero, ma del Corriere della Sera)... oggi mi trovo a provare un po' di invidia per quel popolo, e di vergogna per il mio.
Potete immaginare che cosa mi sono trovato davanti agli occhi: un paese il cui presidente del consiglio organizza festini ripetutamente (18 dicono le cronache giudiziarie) con molte ragazze maggiorenni e non (30 dicono le cronache giudiziarie) e litiga con Vaticano e alleati quali Gianfranco Fini ed anziché fugare ogni dubbio o semplicemente chiedere scusa (come fece Clinton a suo tempo) querela la stampa nemica.
E all'opposizione (a cui idealmente, storicamente e culturalmente mi sento di appartenere) cosa trovo?
Tre candidati, devo dire rispettabilissimi, ma che intrecciano alleanze trasversali tra ex componenti a partiti diversi (Rosi Bindi appoggia Bersani, Franceschini è sostenuto da Veltroni) e fin lì non ci sarebbe niente di male se non il fatto che davvero non riesco a capire (per quanto legga e cerchi di aggiornarmi) quali sono i veri punti di divisione e la diversa idea di società, di politica, persino di strategia.
In tempi così bui forse può valer la pena ritornare ai "fondamentali" di una moderna società che sono ancora Libertà uguaglianza, fratellanza.
La destra nostrana ad esempio è tutta protesa verso la libertà, poco nei confronti della fratellanza e addirittura avversa l'uguaglianza (mi è rimasta impressa una frase del nostro premier che recitava più o meno: "Questa sinistra vorrebbe che il figlio di un portinaio avesse le stesse possibilità del figlio di un avvocato!" Sì, dico io. E difatti il principio di uguaglianza è proprio uno dei discrimini tra destra e sinistra.
Ma i nostri candidati come si atteggiano ad esempio di fronte alla circolare del Vaticano che invita non solo a far rispettare l'ora di religione invocando il famoso Concordato tra Stato e Chiesa (firmato da Mussolini, vorrei ricordare), ma a farvi insegnare solamente la dottrina cattolica, una specie di catechismo, e non un avvio alla religiosità, all'eticità, magari ricordando (vista la multirazzialità a cui stiamo andando incontro, piaccia o no a Bossi/Calderoli/Maroni) anche altri tipi di sentire religioso che non mi sembrano affatto riprovevoli...
Ripenso al viaggio appena fatto negli Stati Uniti d'America, alle decine di razze che coesistono nella metropoli più metropoli del mondo che è New York, a questa città di cui oggi ricorre l'ottavo anniversario di una orrenda strage perpetrata da gruppi di terroristi convinti di avere il monopolio della verità e della ragione, che non ammettono dubbi, odiano la dialettica, rifuggono il relativismo (ahimè non sono i soli).
Ebbene, nonostante questo lutto quella società ha saputo eleggere un presidente che già nel suo nome e nel colore della sua pelle è una risposta ai leghismi americani che esistono, ah se esistono! (pensate solo al KKK).
Una persona che dalla politica che sta facendo mi sembra più avanti rispetto anche al suo stesso partito democratico (riuscirà ad esempio ad avere i voti in parlamento per far passare la sua riforma della sanità, cioè per andare verso una sanità pubblica, garantita per tutti... proprio il percorso inverso a quello che si vorrebbe fare nel nostro paese).
Una persona che è andata all'Università del Cairo a parlare di riconciliazione tra i popoli, spiegando (citando il Corano) che chi uccide un altro uomo (vedi Osama Bin Laden e soci) non solo commette un orrendo crimine ma va contro Dio...
Insomma, solo qualche anno fa, proprio nell'autunno del 2001, quando gli Americani invasero l'Iraq con il pretesto (poi rivelatosi falso) della presenza di armi di distruzione di massa per alcuni miei monologhi alle Iene show, fui accusato di essere antiamericano (conservo ancora i ritagli di giornale, e non parlo di Libero, ma del Corriere della Sera)... oggi mi trovo a provare un po' di invidia per quel popolo, e di vergogna per il mio.