Borgnine è partito
28 giugno 2005
E’ partito. Ernest Borgnine è tornato negli States, California, Beverly Hills, per l’esattezza, nella sua villa che confina con quella di Jack Nicholson, con la sua quinta moglie, quella giusta pare. Beh, l’idea che fino a qualche giorno fa sia stato con noi, con me, qui nel caldo milanese, tra le zanzare dell’Alzaia Naviglio Pavese, dove se parli di piscina al massimo ti viene in mente Scarioni, Argelati (parlo di quelle all’aperto perché dire Cozzi a Giugno non suona bene) toh, al massimo Idroscalo, mi fa impazzire. Di gioia, non soltanto per aver conosciuto una tra le persone più serene, disponibili, curiose, interessate e interessanti che io abbia mai incontrato, ma anche per aver avuto l’onore di lavorare con un pezzo di storia del cinema.
Intanto vorrei ricordare brevemente la sua biografia:
ottantotto anni, portati più che brillantemente direi, Oscar come attore protagonista per il film "Marty" nel 1955 (io non ero ancora nato, tanto per dirne una).
Ha girato nella sua carriera 184 film… ricorderei per lo meno “Quella sporca dozzina”, “Vera Cruz”, “L’avventura del Poseidon”, “L’imperatore del nord” “Il Mucchio Selvaggio”, ma era anche il taxista di “1997, fuga da New York” e il protagonista dell’episodio di Sean Penn nel recentissimo e bellissimo film “11 Settembre 2001" che guarda caso negli Stati Uniti non è ancora stato distribuito.
Consumare di meno?
25 giugno 2005
Ieri ho letto queste parole di Michele Serra a propopsito della preoccupazione generale per il calo dei consumi pubblicate dal quotidiano "La Repubblica" che, come spesso mi accade quando leggo Serra, condivido pienamente:
"Perché, tra i fattori che spingono a consumare di meno, non si mette mai in conto anche una possibile saturazione, e quel vago senso di indigestione che le società benestanti si portano in seno?
Ci sono consumi ormai di massa (certe vacanze, certi vestiti, certe seconde case, certe terze automobili, certi quarti telefonini) che magari hanno segnato il loro tempo, e ai quali si rinuncia non solamente per la contrazione del potere d'acquisto, ma per sazietà o noia.
... ognuno di noi conosce almeno qualcuno che ha scelto di lavorare un po' meno e spendere un po' meno, per vivere meglio. In che statistica va a finire, questo occidentale che ha deciso di rallentare per respirare, e magari addirittura per pensare a se stesso?"
Sagge parole, caro vecchio Michele (vecchio in questo caso sta per saggio).
Eterologa?
12 giugno 2005
Tanto è stato detto sui quattro referendum per i quali do per scontato che si vada a votare oggi e domani.
Non sono quesiti semplici... Grillo ha giustamente sottolineato nel suo blog come più del 30% delle parole utilizzate per formularli (invasività, impeditive, eterologa, crioconservazione, ecc.) non si trovino nel "Vocabolario di Base della lingua italiana" di Tullio de Mauro.
Non entrerò quindi nel merito tecnico dell'opportunità o meno di crioconservare più o meno di tre embrioni, né in quello para-etico che dovrebbe decidere se otto cellule sono vita o meno e, se sì, con quali diritti.
Mi sembrano davvero questioni da un lato troppo importanti, dall'altro troppo tecniche e specifiche per essere populisticamente decise da un referendum.
Mi permetto solo di ricordare (come ai tempi fu per il divorzio prima e per l'aborto poi) che qualora fosse reintrodotto il diritto di alcune coppie di ricorrere alla fecondazione eterologa (come mi auguro e come già avviene in molti paesi europei e non) non ci sarebbe nessuna strage degli innocenti, anzi probabilmente qualche nascita in più, qualche coppia più felice e qualche donna altrettanto (non dimentichiamo che se votassero solo le donne probabilmente l'esito sarebbe scontato).
"I bambini sono di sinistra" - ultimo atto
3 giugno 2005
Per chiudere la querelle “bambini di sinistra o di destra”, vi ho trascritto qui di seguito la mia risposta a Mauro Covacich, pubblicata da L’Espresso in edicola venerdì 27 maggio.
I bambini non votano Udeur
Caro Covacich,
ho letto con interesse e curiosità l’articolo che hai pubblicato su L’Espresso e che è stato ripreso dal Corriere della Sera con commenti illustri (da Silvia Vegetti Finzi a Lina Wertmuller).
Bene, mi avete convinto. Vi voglio allegare allora un’ipotesi del mio monologo riveduto e corretto (opera tra l’altro di un certo Giorgio di Cagliari che in tempi non sospetti, cioè prima dell’articolo de L’Espresso me l’ha proposto sul mio blog www.claudiobisio.it).
I bambini di sinistra...naaa,errore! Ma li avete mai osservati con attenzione?
I bambini son di destra.Tutti! Non lo avete mai notato?
I bambini sono di destra perchè se possono prendere in giro un altro bambino lo fanno senza pensarci troppo.
I bambini sono di destra perchè se gli chiedi un biscotto ti rispondono "NON POSSO,SON GLI ULTIMI DIECI!"
I bambini sono di destra perchè imbrogliano pur di vincere,e se perdono è sempre colpa di qualcun'altro!
I bambini sono di destra perché s'offendono se non li lasci vincere.
I bambini sono di destra perchè fanno sempre il tifo per i cowboy, mai per gli indiani.
I bambini son di destra perchè quando combinano qualche pasticcio non lo fanno MAI apposta!
I bambini son di destra perchè a Monopoli, non si sa come, in prigione non ci finiscono mai!
I bambini son di destra perchè son sempre ottimisti, anche quando non ce n'è alcun motivo.
I bambini sono di destra perchè nelle foto di gruppo fanno sempre le corna.
I bambini sono di destra perchè se trovano uno spazio, anche piccolo, oppure se trovano un albero, tentano subito di costruirci una casettina.
I bambini sono di destra perchè se poi si costruiscono la casetta, mica ti fanno entrare gratis!
I bambini sono di destra perchè hanno paura delle montagne russe!
I bambini sono di destra perchè puoi corromperli facilmente: un cioccolatino, un pupazzetto, una mazzetta...
I bambini sono di destra perchè, diciamocelo, sono sempre di meno. E certo, sapendo che i bambini son di destra, chi ha più voglia di diventar genitore???
A conclusione, anche solo parziale per carità, di questo interessante dibattito, mi concedete un’affermazione che spero ci metta d’accordo tutti?
Destra o sinistra non saprei, sicuramente i bambini non sono di centro!... difatti appena combinano una marachella, cosa dicono? “Io non c’entro!”
E poi, suvvia, ve lo vedete un bambino dell’Udc, o peggio ancora, dell’Udeur?
Con affetto, Claudio Bisio.