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Pisapia sul set

Pisapia sul set
Venerdì scorso il set di "Benvenuti al nord" era in piazza Duomo per la scena iniziale del film.
Facendo una piccola passeggiata (da solo, senza scorta né segretari né portaborse) da Palazzo Marino è venuto a farci visita il sindaco, Giuliano Pisapia.

Tutta la troup (in maggioranza romana) ha voluto una foto con il nostro sindaco (quello accucciato in jeans è il napoletanissimo regista Luca Miniero).

Ciaparatt

Ciaparatt
Vi ricordate il mitico Ciaparatt (così detto) di "Benvenuti al sud?"
Beh, rieccolo sul set di "Benvenuti al nord" insieme a me.
L'attore è il grande Fulvio Falzarano e la bella foto di Marina Alessi.

In questi giorni stiamo girando dentro al grattacielo Pirelli. Un grattacielo insolitamente vuoto... gli uffici della regione sono stati spostati nel nuovo palazzo di Melchiorre Gioia (quello contro la cui costruzione aveva fatto lo sciopero della fame l'amico Rocco Tanica).

Dicono che a Settembre dovrebbero arrivare i consiglieri regionali (a riempire i 32 piani con cosa?)...


Ban!

Ban!
E torniamo a parlare di cinema.
Sobo iniziate ieri a Milano le riprese di Benvenuti al nord.
A Milano, proprio in Piazza Cordusio, presso gli uffici delle poste.
Gireremo per tutto Luglio a Milano, per poi trasferirci in un luogo ancora non ben identificato ancora più a nord.

Che dire? Mi hanno vieatato di dare anticipazioni sulla trama.

Dico solo, per ora, che è molto divertente ( la sceneggiatura), vedremo che succederà sul set.

Dài, che manca poco...

Dài, che manca poco...
Si può fare ho letto ieri su molti giornali. E non si riferivano al film andato in onda l'altra sera, ma al raggiungimento del quorum per i quattro referendum del 12 e 13 Giugno.

Mentre scrivo è Domenica sera e si è superato il quaranta per cento degli aventi diritto di voto.
Ora davvero mi sento davvero di poter dire SI PUO' FARE.

E' una battaglia di civiltà, sia per il contenuto dei quattro quesiti che per la forma di partecipazione dal basso che è il referendum.

E' uno strumento di cui non bisogna assolutamente abusare (come purtroppo in passato è stato fatto), ma che è essenziale per una vera democrazia.
Un referendum scelse la repubblica contro i rigurgiti monarchici post-ventennio, un referendum scelse la libertà del divorzio contro il dictat di Vaticano e asse di ferro Fanfani-Almirante (fu la prima manifestazione di piazza a cui partecipai per poi non usufruire mai, per fortuna,  di quell'istituto mentre quasi tutti i nostri ministri sono divorziati o pluridivorziati), un referendum la via maggioritaria nel sistema elettorale, un referendum (non dimentichiamolo) già scelse la politica energetica italiana non nucleare.
Sarebbe stato giusto e bello (anche se non obbligatorio) che quando la classe politica avesse deciso di cambiare strada si fosse avvalsa di un altro referendum, magari consultivo per confermare la volontà del popolo italiano di canmbiare rotta rispetto all'87, ma mi rendo conto che sarebbe stato chiedere troppo a questi politici.

Se però la maggioranza degli italiani si pronuncia ancora una volta contro il nucleare, beh, qualcosa questi politici devono pur domandarselo...
Ma aspettiamo ancora qualche ora...