Il blog

Ciao Ernest!

Ciao Ernest!
Da pochi giorni è mancato il grande Ernest Borgnine. Io non lo vedevo da qualche anno, da quando abbiamo girato "La cura del gorilla" di Carlo Sigon, tratto dal romanzo di Sandrone Dazieri. Una persona buona, altruista, umile nonostante il suo enorme trascorso di attore (oscar compreso). 
Lo ricorderò sempre fare la fila mescolato alla troupe per il mitico "cestino" che lui non ha mai smesso di apprezzare. O era davvero umile, o negli Stati Uniti si mangia davvero da schifo (o tutt'e due). 

Ciao Ernest!

Arrivederci...

Arrivederci...

La prima volta fu il 5 Maggio 1997, allora si chiamava Facciamo Cabaret, e andava in onda in seconda serata su Italia 1. Era il progenitore di Zelig.

Sono appena trascorsi quindici anni da allora. Non ricordo tutte le date, i numeri, le edizioni, il passaggio in prima serata, e poi su Canale 5… Ricordo solo che quest’anno (all’inizio dell’edizione 2012) abbiamo festeggiato la centesima puntata in prima serata.

Faccio l’attore da circa trent’anni, quindi Zelig è, in termini numerici, metà della mia vita professionale, in termini artistici è molto di più. Con Zelig ho imparato un mestiere nuovo e insieme a Gino Michele e Giancarlo forse lo abbiamo addirittura inventato: è un bell’ibrido a cui sta stretta la definizione di conduttore, come quella di spalla e pure quella di showman, ma è tutte queste cose insieme più qualcos’altro.

Bene, ora dopo tutti questi anni sento il bisogno prendere una pausa, di ricaricare le pile, studiare, sperimentare (fossi un docente invocherei il diritto all’anno sabbatico). Avrei voglia di potermi concentrare un po' più sul cinema. Mi manca il teatro, il luogo in cui sono (artisticamente) nato e che negli ultimi anni ho potuto frequentare poco. Vorrei tornare a fare il comico, come ho fatto per anni in un locale milanese chiamato Zelig da cui è nato tutto, anche la voglia di portare il cabaret in televisione.

Con Gino Michele e Giancarlo ho parlato a lungo e penso che abbiano capito e condiviso questa mia esigenza. Può fare bene anche a Zelig un bel rinnovamento e in tempi in cui nessuno molla la propria poltrona, mi sembra anche un bel segnale.

L’elenco delle persone che devo ringraziare, dalla dirigenza di Mediaset che mi ha dato sempre fiducia lasciandomi totale libertà artistica, ai produttori Bosatra e Ioppolo, potrebbe essere lunghissimo, per cui lo farò privatamente. Voglio almeno ricordare i comici, tutti, che sono la linfa vitale di Zelig e ringraziarli perché da quelli che hanno interagito con me ho imparato ad essere Zelig, nel senso del personaggio-camaleonte inventato da Woody Allen, cioè a trasformarmi di volta in volta in carnefice, vittima, complice e a divertirmi infinitamente; mentre di quelli che agivano da soli ho osservato la nascita e la trasformazione dei monologhi, dalle prove alla versione definitiva, tifando per loro dalle quinte, e stupendomi ancora insieme a loro, per un effetto, un lazzo, una battuta che sulla carta avevamo pensato potesse funzionare in un certo modo e invece con il pubblico si rivelava essere una cosa ancora diversa. E quindi grazie al nostro fantastico pubblico, sia quello (numerosissimo) che ci ha seguito in sala che quello ancor più numeroso che ci ha seguito da casa.

E, last but not least, un grazie speciale alle mie compagne di viaggio, tutte, con le quali spero di aver contribuito a trovare un ruolo meno banale e scontato della donna su di un palcoscenico ammettiamolo, molto, a volte troppo, maschile.

E penso soprattutto a Paola Cortellesi che da comica di serie A ha accettato di mettersi al servizio di altri comici, di compagni di viaggio più giovani e magari più inesperti, di fare insieme a me la cosiddetta ‘spalla’ a chiunque ne avesse bisogno, portando però anche le sue doti di showgirl al servizio di uno spettacolo che nasce cabaret puro, ma che con gli anni si è sempre più avvicinato ad un moderno varietà.

Tutto qui. Una pausa, un arrivederci, non certo un addio.

Takunda 2012

Takunda 2012

Anzitutto mi scuso per la non assiduità dei miei post in questi mesi. Tra il lavoro (Zelig in primis) e il riposo ultimamente non sono stato troppo connesso.

Vi voglio quindi segnalare (con la mia consueta intempestività) un evento… che c’è già stato, lunedì scorso, al Teatro Donizetti di Bergamo: il Premio Takunda 2012.
Il suddetto premio, all’ottava edizione, è indetto dal Cesvi, organizzazione non governativa che sostengo da parecchi anni e che si occupa, tra le altre cose, di bambini sfruttati, maltrattati o addirittura malati di aids dalla nascita.
Vi consiglio di andare sul sito del Cesvi per vedere di persona le decine di attività svolte in tutto il mondo…

Beh, la serata, che premiava persone o associazioni che si sono distinte nell’anno in corso in attività di tutela e salvaguardia della salute e istruzione di bambini di tutto il mondo (dalla Cambogia all’Africa), è stata portentosa grazie soprattutto a Goran Bregovic che ha tenuto un concerto entusiasmante di più di un’ora riuscendo a far ballare l’intero teatro, compresi bambini e vecchi alpini.

Nella foto Cristina Parodi, che ha condotto insieme a me la serata, Lella Costa, che ha introdotto la serata come solo lei sa fare (con emozione, ma anche con pungente ironia), Giangi Milesi (presidente del Cesvi) e sullo sfondo Goran con la sua band.

Se vi capitasse di incrociare questa estate qualche suo concerto non perdetelo!

Precisazione

Precisazione
Leggo su vari blog notizie non vere e quindi occorre una mia precisazione. 
Numero uno. Non ho mai rilasciato un’intervista a La stampa. Numero due. Non ho mai detto che preferisco Vanessa Incontrada a Paola Cortellesi, né di essere in competizione con Paola. 

Premesso che chiedermi se preferisco Paola, Vanessa o Michelle (tre artiste molto diverse tra di loro che stimo e con le quali ho costruito un profondo rapporto sia  professionale che umano) sarebbe come chiedere a un bambino se vuole più bene al papà o alla mamma, vorrei dire con parole mie qualcosa sul tema. 

Michelle, innanzi tutto. Tutto è iniziato con lei, insieme abbiamo scoperto questo strano mestiere che non è una conduzione classica di uno show, ma una complicità sul palco e un essere al servizio dei comici. 
Poi Vanessa che, dopo l’assenza di Michelle per sua scelta professionale, ha portato il calore spagnolo e uno sguardo ingenuo e naif (che era un gioco di ruolo sia beninteso) e che tanto bene ha fatto a Zelig e alla sua crescita. 
Infine Paola che, dopo l’assenza di Vanessa per sue scelte professionali, ha fatto fare un salto di qualità a Zelig con i suoi personaggi comici (Moratti, Santanché , Silvana, Kattivia) e momenti canori di altissimo livello (e grande comicità). Insieme abbiamo poi quest'anno provato ad esplorare il mondo del reading ispirandoci alla grande coppia Morelli/Stoppa. (e al loro caro Eleuterio, cara Sempre mia) con i testi di Walter Fontana e l’apporto fondamentale dell’ensemble musicale guidato da Paolo Jannacci. Un sapore che Zelig non ha mai avuto. 
Questo è quello che abbiamo cercato di fare quest’anno, alla faccia di chi dice che Zelig non si rinnova abbastanza. 

Non entro nel merito di discussioni che lascio al mondo dei blog (se ne hanno voglia e tempo) sulla riuscita di questa edizione. Se era meglio l’anno scorso o quest’anno. Se era meglio tre anni fa o dieci anni fa. 

Dico solo che, per fortuna, l’amicizia che mi lega a Paola, a Vanessa e a Michelle non viene per niente intaccata da frasi mal riportate o da interviste mai date contenenti domande mai poste che sono un giudizio (non mio ma del giornalista). 

Amici dei blog, amici giornalisti, amici tutti, scrivete quello che volete, dove volete, siate pure cinici, spietati, dissacratori (anche noi comici spesso lo siamo), ma abbiate il coraggio di usare i vostri pensieri e le vostre parole. 

E a proposito del mio rapporto con Paola, siamo così in competizione che (e qui confermo una voce che da qualche parte è già trapelata) abbiamo il progetto di fare un film insieme.