Non chiamatemi morbo!
Della malattia di Parkinson mi parlò tempo fa Giangi Milesi, mio vecchio amico del Cesvi ed ora Presidente di Parkinson Italia. Mi ha raccontato di quanto poco ancora si sappia su questa malattia, di quanta fatica ci sia a fare “coming out”, a promuovere i diritti delle persone con Parkinson alle cure, all'inclusione sociale e a perseguire la migliore qualità della vita. Mi ha parlato insomma di “Mr Parkinson” - termine ereditato da Bruno Lauzi nel 2006 nella sua famosa lettera aperta – e del suo nuovo progetto, nato dal sodalizio con Marco Guido Salvi (Vicepresidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani), la giornalista Sabrina Penteriani e il fotografo Giovanni Diffidenti, che ha raccontato in immagini 21 storie dolorose, ma da emulare.
«Non chiamatemi morbo!» nasce da un libro, perchè per sconfiggere l’ignoranza, la paura e lo stigma la migliore strategia è attingere alla vita vera, quella di persone comuni, come di personaggi pubblici, che hanno saputo resistere alla malattia trovando nuovi interessi o coltivando vecchie passioni accantonate.
E si è poi sviluppata come campagna sociale educativa sulle malattie di Parkinson all’interno di una mostra fotografica “parlante”, organizzata dal 22/09 al 27/09/2020 presso il Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro di Milano e dal 08/10/2020 all'1/11/2020 a Palazzo Grillo a Genova. “Parlante” perchè i visitatori sono stati accompagnati nel racconto dalla mia voce e quella di Lella Costa (Mr e Mrs Parkinson), in una narrazione in cui la “malattia in prima persona” li ha guidati verso le storie e le strategie di resilienza che ciascun protagonista ha saputo applicare nella propria quotidianità.
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