Quattroruote
di Antonella Laudonia
Sempre in pista...
A volte, quando ci si trova bloccati nel traffico, basterebbe una battuta delle sue per far tornare il sorriso. Riuscirebbe a sdrammatizzare anche il peggior ingorgo in circonvallazione alle sette di sera. Perché la simpatia di Claudio Bisio è travolgente e la maggioranza dei milanesi lo ama senza riserve. Impossibile, del resto, non subire il fascino del mattatore di Zelig, uomo di spettacolo a tutto tondo che passa dal cinema al teatro, dalla tv alla musica, all'editoria. Tra poco sarà nelle sale al fianco di Monica Bellucci, nel sequel di Manuale d'amore per la regia di Giovanni Veronesi. A fine anno lo vedremo in Natale a New York. Ma nella sua fitta agenda non manca un film tv con Sabrina Ferilli, Nino, che andrà in onda su Canale 5. E ancora teatro, la sua grande passione. Per rivederlo sul palco di Zelig, invece, occorrerà aspettare un po': il cabaret televisivo, infatti, si è preso una pausa.
Ma il suo capocomico no, lui non si ferma.
Nato a Novi Ligure nel 1957, ma “milanese” da sempre, sposato con due figli, Bisio ama la “sua” Milano. Ma proprio per questo la vorrebbe migliore: con meno traffico e più mezzi pubblici. E più a misura di bambini, che oggi sulle congestionate strade cittadine sembrano quasi fuori posto.
Con che mezzo si muove di più?
“In città mi muovo prevalentemente in moto, il modo più agile e veloce per spostarsi in una metropoli trafficata come Milano. Quando posso, adoro usare la in bicicletta accompagnato dai miei due figli. Ma per le strade cittadine muoversi in bici con due bambini è un'impresa ad alto rischio, considerata la scarsità di piste ciclabili. L'auto, invece, la uso per gli spostamenti lunghi, quando devo andare fuori città. Oppure quando devo accompagnare i bimbi a scuola. In città cerco di usarla il meno possibile. Quando sono in tournée, invece, l'adopero quotidianamente”.
Ticket d'ingresso o no?
“Perché no? Però devono essere attive tutte le alternative all'uso dell'auto, altrimenti diventa un provvedimento che incrementa solamente le entrate del Comune, ma non migliora la situazione sulle strade”.
Che auto possiede? Qual è stata la prima e quale quella dei sogni?
“Possiedo una Volvo “XC 90”, comoda per i viaggi lunghi e anche sugli sterrati toscani, dove spesso mi capita di passare. La mia prima auto fu una Fiat “127” di colore beige, che ho tenuto fino allo sfinimento, suo... Non ho auto dei sogni: per me l'auto è un mezzo, non un fine. L'automobile per me è molto legata al teatro, allo spostamento quotidiano che è tipico di una tournèe. Un oggetto, quindi, che ha a che fare con il lavoro. E certamente più è comoda, sicura e affidabile, più è piacevole”.
Meglio due o quattro ruote?
“Dipende. In autostrada preferisco le quattro ruote. Ma lungo le statali della Toscana, ricche di curve e tornanti, in mezzo a panorami che scaldano il cuore, non ho dubbi, la moto. Su percorsi non troppo lunghi, la bici”.
Usa l'auto per le vacanze?
“Il viaggio “on the road”, senza meta, è quello che preferisco. Non riesco a farlo molto spesso, ma almeno una volta l'anno io e mia moglie, affidati i figli alla nonna, riusciamo a concederci brevi tour, alla scoperta di angoli della Francia. Un sogno? Spero a breve di riuscire a fare un viaggio con la famiglia in auto in Nord Europa”.
Dicembre 2006