Guglielmo Poggi
Tutto comincia nel 2000. Avevo nove anni e a casa di mia nonna vidi per la prima volta una puntata di Zelig. Claudio sarebbe diventato casa, da lì in avanti, così come per tutta la mia generazione, perché Zelig era casa, e Zelig era Claudio.
Ebbi poi occasione di conoscerlo, grazie ad una vecchia amicizia tra lui e mio padre, al Festival Gaber; e ricordo sia stata l’unica persona a cui io abbia chiesto un autografo nella mia vita.
Quando ho saputo che avrei avuto occasione di recitare con lui in “Bentornato Presidente” ero emozionato, ma non sapevo se si sarebbe creato un rapporto, e questo mi agitava. E quando finalmente ci siamo incontrati è stata una valanga di sorprese: risate, chiacchiere, scherzi, condivisione di un’esperienza divenuta unica per la mia vita professionale e umana.
Di Claudio si può e si deve dire che è un grandissimo attore che porta il personaggio fino in fondo, con misura, senza esibizionismo; che sa appoggiare e favorire il lavoro degli altri senza fagocitarli, come fanno altri attori del suo calibro; che sa tenere alto l’entusiasmo sul set con la sua energia ineguagliabile e la sua ironia, che invoglia lo svegliarsi la mattina alle 6 per trovarlo al trucco e godere di qualche battuta mattutina; e soprattutto che è un esempio di umiltà vera, non quello status symbol che siamo abituati a vedere: Claudio chiede consigli, fa quello che gli si chiede, non si impone mai ed è sempre a disposizione, generosamente, per chi conta molto meno di lui; chi lo fa, a quei livelli, nel nostro lavoro? Questo corrisponde perfettamente all’idea di uomo libero che ho di lui osservandolo parlare pubblicamente- qualcuno che vive come il proprio carattere e pensiero gli impone.
Mi considero un privilegiato per aver conosciuto e lavorato con Claudio Bisio, e chi mi conosce sa che incontro felice sia stato per me. Sperando sia solo l’inizio di una storia comune, fatta soprattutto di amicizia.