Giancarlo Bozzo
Mi svegliai con quella tipica sensazione che accompagna quasi tutte le mie mattine: non sapevo dove mi trovavo. O per lo meno non l’avrei saputo prima di mandar giù quelle due dita di whisky che fanno della vita una partita di bowling. Lunedi mattina, dopo un week-end infernale, fatto di jogging e pic-nic. (vinta la scommessa. 5 parole straniere nelle due prime righe, e vai!!)
Sento nella testa una melodia che si ripete, non riesco a scacciarla…poi rispondo e la scaccio
“si chi è?” “ Ispettore la vuole in ufficio il questore, subito. C’è un caso da risolvere il più in fretta possibile. Gravissimo”
“Sono lì tra cinque minuti”
Questa è la mia vita: una telefonata e sai cosa ti aspetta oggi, domani e tutta la settimana, quando va bene.
Quando entro nell’ufficio del questore le facce che mi accolgono sono quelle che si potrebbero vedere in un ufficio di un questore.
Non vado oltre per non rovinare la giornata anche a voi.
“ Allora jack, siediti e ascolta. Mi devi trovare il colpevole prima che la stampa ficchi il naso e sollevi il polverone che nessuno di noi vuole.ci siamo capiti?”
“ certo capo, come sempre. Quindi il caso è uno dei soliti?”
“no, Jack. E’ il peggiore che ci sia mai capitato”
E cominciò a scambiarsi sguardi con tutti i presenti. Dopo dieci minuti lunghissimi, che riuscii a sopportare solo con l’aiuto della fiaschetta di whisky che porto sempre con me” capo forse è il momento di darmi qualche informazione”
“hai ragione Jack, dimmi cosa vuoi sapere”
“ prima di tutto ci sono delle vittime?”
“ milioni…..sono milioni le vittime”
La sorpresa mi costrinse ad ingoiare un sorso. “ e … cosa gli è successo?”
“ non riusciamo a spiegarcelo tutte queste persone sono rimaste inchiodate sulle loro sedie, sui loro divani, sulle loro poltrone per più di due ore con un solco lungo il viso, una specie di sorriso. E fra di loro, ed è per questo che dobbiamo trovare al più presto il responsabile, ci sono politici, magistrati, sportivi, nomi importanti che non vogliamo saltino fuori prima di trovare chi ha combinato il guaio.”
“ quando è successo?”
“ venerdi scorso tra le 21 e le 24.”
“ c’è qualche collegamento tra le vittime?”
“ si. Erano tutte davanti alla televisione” accidenti ancora lei, anch’io ero caduto nella sua trappola più di una volta, mandai giù un altro sorso.
“ quindi i sospettati si riducono. Fare il profilo del colpevole, è semplice e Chi è in grado di tenere milioni di persone incollati al televisore deve possedere capacità quasi sovrumane, un magnetismo spietato, non si tratta certo di un novellino. E da quello che deduco da tutto questo non si fermerà. Colpirà con regolarità. Credo che il venerdi sia il suo giorno, non solo perché è stato il primo in cui ha colpito. Ragazzi qui siamo di fronte ad un vero professionista, uno che sa quello che fa, e secondo me si diverte a farlo.”
“jack vuoi visionare i filmati che abbiamo?”
“no capo. So chi è stato.”
Aspettai che la tensione salisse, mentre mi scolavo la bottiglia di whisky che avevo portato con me.
“allora jack, non possiamo aspettare il prossimo venerdi senza risolvere il caso e dare in pasto a quegli avvoltoi della stampa il colpevole”
“ beh io conosco una sola persona in grado di fare tutto questo senza usare nessun trucco, solo con quello che è capace di fare. Ed è il migliore nel suo campo” guardavo le reazioni sui volti in quell’ufficio. So che appena avessi fatto il suo nome si sarebbe scatenata una gran confusione.
“ è in grado di far ridere e piangere le sue vittime, sa come prendere quelli che lo guardano, sa stare accanto ai suoi complici con naturalezza, senza che si pensi sia lui quello che ha davvero in mano la situazione. E in più con lui si scatena sempre la sindrome di Stoccolma: le sue vittime lo amano. E più lo conoscono da vicino e più lo amano. “
Ero sul punto di rivelare il nome che tutti aspettavano di sentire, ma c’era un’altra sorpresa che avevo preparato ai miei ospiti. La più sorprendente delle sorprese.
“ beh capo è facile no? Il colpevole è lui Claudio Bisio…. Ma devo darvi una notizia: non riuscirete a fermarlo. Ha molti amici, che gli vogliono bene e sai una cosa capo: io sono uno di quelli”
Uscendo con la porta che sbatteva alle mie spalle mi specchia in una vetrina e…. sì stavo sorridendo anch’io.