Il Terzo Segreto di Satira

Il Terzo Segreto di Satira

Quando si pensa e scrive un personaggio per un film o per una serie, si cerca di avere già in mente quale attore possa interpretarlo. O almeno noi facciamo così. E quando si pensa a Claudio come performer tutto viene decisamente più facile perché le possibilità, soprattutto comiche, da esplorare sono infinite.

Premesso questo, il vero piacere nel lavorare con Claudio non è dato tanto dal talento, di cui sarebbe anche superfluo parlare, ma è legato al mix di professionalità e “cazzeggio” con cui, l’uomo, prima che l’attore, si approccia al personaggio di turno da interpretare. Per noi, cinque maschi confusionari, cresciuti tra gli anni 80/90, a pane e “Zelig” o “Mai dire goal”, la possibilità di ricreare, anche se a modo nostro, quel clima goliardico - tra amici al bar - era ed è tutt’ora fondamentale. 

Meno scontato è invece vedere un professionista come Claudio, che noi appunto abbiamo “divorato” soprattutto in tv - e con il quale all’inizio c’era un doveroso timore reverenziale - entrare perfettamente nel modo scanzonato ma al tempo stesso serio del nostro bizzarro modo di lavorare, che non contempla solo il talento artistico ma anche e soprattutto il lato umano.

Per dirla in parole povere: quando abbiamo chiesto a Claudio di interpretare una sorta di Jeff Bezos new age in un film e di recitare a petto nudo, non solo ha accettato entusiasta, ma ha rilanciato aggiungendo di volere in testa una parrucca con lunghi capelli bianchi, un po’ stempiati, legati in un codino, per dare il tocco di classe in più.

E aveva ragione.