Gialappa's

Gialappa's

La prima volta che lo abbiamo incontrato, a metà degli anni ’80, ci è piaciuto moltissimo. Gino & Michele ci avevano detto: “Stasera allo Zelig c’è uno della compagnia dell’Elfo che è completamente pirla: e quindi a voi magari potrebbe piacere…” Loro due, si sa, stravedevano per Paolo Rossi o, in subordine, per Silvio Orlando: e perciò quando lui salì sul palco e per i primi minuti non fece altro che alternare rutti, pernacchie, atteggiamenti duceschi o canzoncine infantili canticchiate con voce stridula (il tutto, inspiegabilmente, a torso nudo!), ci guardarono allargando un po’ le braccia, come a dire: “Ve l’avevamo detto che era completamente pirla, no?!?”. Ma a noi, invece, quel pazzo che rimase sul palco per una buona mezz’ora senza nemmeno articolare un discorso, o una minima frase di senso compiuto (eccezion fatta per una vecchia barzelletta sconcia su Cappuccetto Rosso che vagabonda per il bosco in cerca di “funghetti”), piacque a tal punto che lo invitammo a partecipare alla nostra “notturna” della sera successiva a Radio Popolare. D’altronde si sa che, da che mondo è mondo, …chi si somiglia si piglia! Lui si dichiarò lusingato, ci promise solennemente che sarebbe venuto (“Appena finisco lo spettacolo mi fiondo in radio da voi!”) e noi, contando sulla sua presenza, non preparammo granché la trasmissione: “Ci basterà innescare lui e il resto verrà da sé!”, pensammo. Ma lui non si presentò… La seconda volta che lo incontrammo, due anni dopo, fu per proporgli di esordire in televisione in un nostro programma. Lui si disse lusingato e ci chiese di poter preregistrare tutti i suoi interventi, per tutte le 10 puntate previste, per poter contemporaneamente collaborare anche a Zanzibar: una sit-com con Silvio Orlando, ma senza Paolo Rossi (ragion per cui il progetto non ottenne la benedizione di Gino & Michele). Gli dicemmo che in quel modo nel nostro programma avrebbe rischiato di rimanere un po’ avulso dal contesto, visto che gli altri comici avrebbero registrato i loro interventi di settimana in settimana, in costante interazione tra di loro. Lui sembrò non capire bene le nostre parole, ripeté tra sé e sé due o tre volte, con tono perplesso, “avulso dal contesto” … (come se non avesse mai sentito prima quelle parole in vita sua) e ci ribadì che quella era l’unica possibilità di averlo; al che noi, obtorto collo, finimmo per accettare la sua assurda richiesta. Ma dopo la prima puntata ci chiamò per chiederci di essere tolto dal programma perché, guardandolo in tv, aveva avuto la netta impressione di essere … “un po’ avulso dal contesto”. Una decina di anni dopo lo coinvolgemmo in Mai dire Gol, risollevandolo dall’esperienza poco gratificante dei primi anni della trasmissione televisiva Zelig. Ci disse subito di sì, ma noi non gli credemmo e, fino all’ultimo, tenemmo aperto un piano B che prevedeva, in caso di sua defezione finale, l’ingaggio del suo unico vero alter ego: Gabriel Garko (se il nome vi lascia stupiti vuol dire che, purtroppo, non avete ancora letto il pezzo di Rocco Tanica in questa stessa sezione del sito…). Lui, invece, il giorno della prima convocazione si presentò regolarmente in studio, lasciandoci basiti: e la collaborazione si rivelò fin da subito prolifica e proficua. Dopo tre soli anni, però, se ne andò, senza un vero perché: prima per fare da valletto a Serena Dandini in una trasmissione in cui si rendeva pomposamente omaggio a comici spesso meno talentuosi di lui: e poi per tornare a Zelig, tra le braccia di Gino & Michele, che nel frattempo dovevano essersi detti: “Ok, non sarà bravo come Paolo Rossi: però se ha lavorato insieme a lui per qualche anno qualche dote dovrà pur averla…”. Durante i tre anni della nostra collaborazione sua moglie Sandra gli regalò due figli meravigliosi, ai quali impose nomi che non ricordassero minimamente i nostri, nel dubbio che uno di noi tre, o addirittura tutti e tre insieme, avessimo avuto una storia segreta con lei. Ed è un dubbio che siamo lieti di lasciargli, visto che in questi trent’anni non ha mai smesso di provarci con tutte le nostre mogli e fidanzate… In quel periodo, tra l’altro, scrivemmo una parte perfetta per lui nella prima bozza di una sceneggiatura cinematografica (rimasta poi, purtroppo, nel cassetto) intitolata “Radio taxi”, e gli proponemmo di interpretarla; ma ci rispose sdegnosamente di no. Allora scrivemmo un altro film (non rimasto, poi, purtroppo, nel cassetto) e gli chiedemmo di interpretare il ruolo che più gli piaceva: o, al limite, di apparire semplicemente in un breve cammeo: “Ci saranno praticamente tutti i comici con cui abbiamo lavorato: non puoi mancare proprio tu!”. Ma lui ci disse ancora più sdegnosamente di no… Qualche tempo dopo, infine, ci adoperammo per dar vita a “Mai dire Web”, il primo portale della comicità italiana: una sorta di condominio in cui ogni comico avesse un suo sito, ovvero un appartamento virtuale da arredare e gestire in totale libertà. Ma lui ci rispose di no, perché la sola parola web lo metteva di malumore. Adesso ha un suo sito internet, in cui invita gli amici a scrivere un pezzo su di lui. Ma se crede che noi gliene scriviamo uno…è completamente pirla! (come dicevano Gino & Michele). Noi non siamo come lui; siamo persone coerenti e abbiamo una parola sola: perciò sul suo sito un nostro pezzo non lo leggerete mai! Chiaro? A meno che sua moglie… Gialappa’s Band OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, COSE O FATTI REALMENTE ACCADUTI E’ PURAMENTE VOLUTO (ANCHE SE POTREBBE ESSERCI SCAPPATA QUALCHE IPERBOLE…) PS Abbiamo dimenticato di scrivere la cosa più importante: “Malgrado tutto ti vogliamo bene, Claudio!”. In amor vince chi fugge… PPSS Ma vogliamo ancor più bene a tua moglie