Tersa Repubblica, ovviamente tutta da ridere

Pirotecnica esibizione di Bisio, in un crescendo di provocazioni surreali

Testata
Corriere della Sera
Data
26 gennaio 1995
Firma
Mario Luzzatto Fegiz
Immagini
Immagine dell'articolo sul Corriere

Sono nato in una comune dove «praticavo l'amore libero, trebbiavo canapa indiana e vivevo nudo in un trionfo di armonia universale. A 15 anni sono scappato di comune. Mi hanno ritrovato dopo due mesi in una famiglia in un condominio con ascensore, portineria e una stanzetta tutta per me. Rivestito, pettinato...». Così si presenta il protagonista di «Tersa Repubblica», ultima follia d'uno dei più singolari attori-cabarettisti italiani, che ha, da sempre, una struttura di personalità fra i fumetti di Al Capp e Sturmtruppen di Bonvi, che emerge anche dal titolo del suo ultimo libro Quella vacca di Nonna papera. La presenza costante fra i suoi autori di Rocco Tanica, al secolo Sergio Conforti, membro fondatore del gruppo «Elio e le Storie tese», fa di Bisio una sorta di anello di congiunzione fra il genere surreale-musical-crudele di quella band e il cabaret.

Stavolta Bisio copre la calvizie integrale con una parrucca e ci racconta, interrotto periodicamente da interventi sassofonistici o vocali del collega Feiez (di Elio e le Storie tese), il suo rapporto con l'economia, con la comunicazione verbale, gestuale e televisiva. Finché tutto si ingorga e lui diventa a sua volta un uomo spot che inserisce a bruciapelo nelle sue normali conversazioni messaggi pubblicitari tipo: «Ricorda! Pizzeria ristorante 2001! Ti aspetta per le tue cene e i tuoi rinfreschi in via Martiri della Libertà a Busto Arsizio».

Altri temi dello spettacolo la cosiddetta «Sindrome del sondaggio» e le nuove frontiere del linguaggio politico. Il protagonista, deciso anche lui a tentare la scalata al potere, ha pronta una risposta ad ogni domanda: «Sì», «No», «Come no», «Certamente», «Neanche da chiederlo». Ma ci sono anche risposte più sofisticate: per la salute tutti sani per decreto, contro la solitudine tutti devono avere una ragazza. Almeno per un anno, una sorta di servizio civile obbligatorio. «Civile per te, obbligatorio per lei!». Lavoro? Mettere in giro la voce che c'è ricchezza per tutti «così un milione di pirla si licenziano e il giorno dopo ne assumi un altro milione. E se quelli di prima vogliono tornare? Fai un decreto che dice "chi va via perde il posto all'osteria"». Non è facile rendere l'incalzante incastro di battute, incisi, follie, che garantiscono oltre 80 minuti di risate.

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