Le avventure di Bisio un fenomeno di comico

Incontriamo l’attore che ha debuttato con il nuovo spettacolo “Walter Ego”
“Il successo non m'interessa, non voglio deludere i miei fan”. A maggio tornerà sul set con Salvatores

Testata
la Repubblica
Data
gennaio 1993
Firma
Anna Bandettini
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La notte dell'Oscar a Mediterraneo, il suo terzo film con Salvatores, Claudio Bisio se la ricorda ancora benissimo. Forse per l'emozione suscitata dalla mitica statuetta? «No, no» precisa subito: «Fu una notte incantevole perché ero nel posto più sperduto del Messico tropicale, al confine col Guatemala, tra indios amabili e sospettosi. Salvatores era a Hollywood, le riprese di Puerto Escondido erano interrotte, e noi della troupe ce la siamo spassata a modo nostro. Altro che Los Angeles».

Claudio Bisio è il tipo di attore sorridente e esuberante anche alle 11 di mattina e col sonno arretrato, non è molto diverso, in fondo, dal personaggio un po’ fuori di testa che Diego Abatantuono incontra in Puerto Escondido Ha 36 anni e una parlantina irrefrenabile che ha subito messo a frutto nel suo lavoro di attore comico, prima nei cabaret milanesi poi nel teatro. In questi giorni, dopo il successo di Puerto Escondido, stroncato dai critici ma ormai vicino ai 10 miliardi di incasso al botteghino, Bisio sta girando con il suo nuovo spettacolo, Le nuove mirabolanti avventure di Walter Ego (in tournée di rodaggio tra Forlì, Ravenna, Verona, Cuneo poi debutto ufficiale a Milano, all'Elfo, il 15 febbraio) che i suoi appassionati fan, pare, aspettano con trepidazione. Già il precedente spettacolo, il travolgente monologo-confessione Aspettando godo era stato un trionfo, che «aveva fruttato come un maiale, cioè nulla era stato buttato via»: 210 repliche andate esauritissime in due anni di tournée, una video-cassetta con la Polygram, e un disco, Rapput, che, con 60 mila copie vendute dell'Lp e altrettante del singolo, è stato un fenomeno nell'asfittico mercato della canzone nostrana, tant'è che Bisio si è ritrovato con un contratto triennale come cantante.

Oggi, tutto questo successo anziché dargli alla testa, lo rende ansioso, agitato. «Quando mi sono messo a lavorare per il nuovo spettacolo mi è venuta anche la depressione. La verità è che del successo non me ne frega niente, è la paura di perdere la fiducia, di deludere chi mi ha seguito fin qui». Per questo, nel nuovo spettacolo, si è circondato di una parte dei suoi turbolenti amici, che poi sono, chi più chi meno, i comici, i registi, gli attori del giro milanese di Paolo Rossi, di Gino e Michele, del cabaret Zelig: artisti che hanno dato un segno diverso, meno conformista, più ribelle al panorama della comicità italiana.

In questo clima è nato anche Le nuove mirabolanti avventure di Walter Ego: con Gigio Alberti, Edoardo Erba e i tre di Radio Popolare, Fabio Scamoni, Gianmarco Bachi e Giampaolo del Lago; Bisio ha messo giù l’idea del testo, Rocco Tanica, ovvero Sergio Conforti di Elio e le Storie Tese, ha fornito spunti e ha scritto canzoni che sono tutto un programma (un ritornello su tutti: «mentre accendo gli zolfanelli sui piedi degli orfanelli...»); Paola Galassi ha curato la regia e, ultimo arrivato, Michele Tadini, figlio del pittore Emilio, apprezzato compositore di musica contemporanea, ha scritto un «commento sonoro fondamentale» eseguito dal vivo dal percussionista Marcello Colò. Di che si tratta? «Di musiche molto particolari e suggestive che poco hanno a che vedere con le canzoni vere e proprie dello spettacolo. Per queste, stavolta più che al rap ci siamo ispirati al musical, e, per una canzone dedicata alla mamma, all'heavy metal. Lo spettacolo? È del genere fantasy, ambientato in un futuro non lontano, nel 1999. In scena ci siamo Bebo Storti che è un vecchio saggio strampalato e io, un ponyexpress planetario. Si parla di noi, anche se potrebbe sembrare un misto di Beckett e di rivista da avanspettacolo, di Perec e di Calvino, con tutto il rispetto per loro. Oppure un "viaggio", un'allucinazione da dose massiccia di acido».

A marzo Bisio tornerà sugli schermi cinematografici in Bonus malus, un film di Vito Zagarrio. Poi, da maggio «girerò Sud il nuovo film di Salvatores. I veri protagonisti sono Silvio Orlando e Francesca Neri, ma di contorno ci sono attori e compagni molto bravi, Antonio Catania, Tonino Taiuti... È la storia di un gruppo di disoccupati dell'Irpinia che protestano. Io faccio un giornalista televisivo d'assalto che per fare lo scoop impianta su di loro un caso nazionale. Una specie di Santoro ma delinquente». E la tv? «Qualcosa ho fatto. Con una piccola serie di Striscia la notizia mi sono comprato casa a Milano. Mi piacerebbe farla come Paolo Rossi: arrivarci dopo 15 anni di teatro e trasformare la tv in un'altra cosa».

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