Un uomo, sui trent'anni, da solo in una stanza sta facendo la valigia. Anzi, le valigie. E' pieno di valigie e non riesce a trovare quella giusta. Non riesce a trovare neppure il bagaglio giusto. Perché in realtà non sa neppure dove vuole andare.
Cercando di capire almeno quest'ultima cosa, ripercorre la sua vita. Le cose che gli piacciono e quelle che lo spaventano.
Parlerà dell'attrazione inquietante che esercita su di lui Topolino e i fumetti in genere. Quante incongruenze, quanti dubbi irrisolti: Qui, Quo e Qua sono nipoti di Paperino, ma figli di chi? Nonna Papera, che appunto è una papera, a che titolo tiene nella stalla le mucche, dà il becchime alle galline? E allora ecco una canzone dedicata a Guendalina, una delle mucche di Nonna Papera, che desidera anche lei una vita più umana, antropomorfa, magari come Clarabella...
E poi le manie, i ricordi dell'uomo si accavallano. Una delle sue letture preferite è il vocabolario. Ma perché su trentamila parole ne usiamo al massimo quattromila? E allora ecco un elogio delle Parole Sommerse, affinchè la gente non dica solo bello, brutto, ma anche badanai, palaia, marazzo...
E poi un ripensare alle ragazze della sua vita, a quella ragazza vista un giorno all'aeroporto a cui non ha osato neppure dire che era bella per paura di essere frainteso...
Ma il problema vero rimane. Perché sta facendo la valigia? Perché in realtà si rende conto di essersi sempre trovato in ritardo a tutti gli appuntamenti importanti sia della storia con la S maiuscola, sia della sua vita privata. Quanta fatica, ad esempio, per cercare di capire gli anni Ottanta e ora che finalmente gli sembra di esserci riuscito... gli anni Ottanta sono finiti.
Dunque la verità: lui fa la valigia per essere pronto... a non andare da nessuna parte.
Perché ripensandoci bene piuttosto che andare in un posto così così, è meglio non-andare in un posto della madonna.
E piuttosto che avere una ragazza così così, è meglio non-avere una ragazza bellissima, simpaticissima... e già che c'è può anche non-averne più di una!
Cari lettori di Spettacoli a Milano, ciao. Sono Claudio Bisio. Molti pensano che io sia un attore. In realtà è cosi. Ma ora vi volevo parlare di questa nuova attività che ho intrapreso.
Faccio borse di cuoio. Ho iniziato quasi per caso, con una cintura. E poiché ho avuto un enorme successo, ho insistito: portafogli, borselli, borse da viaggio. Ho aperto anche un negozietto sui navigli... No, scherzo. La nuova attività di cui volevo parlarvi è un'altra: quella di cantante-rapper. Seriamente.
Nasce dalla complicità-amicizia con Sergio Conforti, in arte Rocco Tanica (sì, quello di Elio e le storie tese). Ho iniziato io a coinvolgerlo tre anni fa chiedendogli di scrivere per me delle canzoni da inserire in uno spettacolo di cabaret. Lui ha fatto di più, mi ha dato delle idee, ci siamo contaminati a vicenda e abbiamo firmato insieme tutto lo spettacolo (parlo di Guglielma del 1988).
Poi la voglia di continuare, ed è nato l’anno scorso Aspettando Godo scritto anche con Edoardo Erba.
Poi ha iniziato lui (il Tanica) a contaminare me. Mi ha presentato un altro pazzerellone (Otar Bolivecic, che aveva prodotto i dischi di Elio e le storie tese) che ha avuto l'idea di incidere una delle canzoni scritte da me e Tanica per il teatro: Senza fiato in versione rap (e anche un po' house). Così è nata Rapput, un 45 giri nato per scherzo davanti a una vodka allo Zelig, che è balzata in testa a tutte le classifiche discografiche (è al numero uno da 14 settimane) (Il disco, non la vodka. N.d-A.). A questo punto era quasi inevitabile pensare a un Album (L.P., 33 giri) che difatti sta per uscire col titolo Pathé d'animo e che contiene le più belle canzoni scritte per il teatro (ovviamente riarrangiate); più altre inedite (c'è anche un pezzo 'etnico' in novese). (Dialetto di Novi Ligure. N.d-A.).
Nel frattempo, visto che non mi dimentico di essere un attore, porterò in tournée lo spettacolo dell'anno scorso: Aspettando Godo. A Milano sarò al Teatro Ciak dal 19 Novembre al 1° Dicembre.
Ma per Milano ho in serbo una sorpresa. Non sarò più da solo sulla scena, ma con quattro amici. Quattro musicisti che daranno vita alla Rapput Band: Nicola Fasani (detto Faso) al basso, Savino Cesareo (detto Savino) alle chitarre, Antonello Aguzzi (detto Janto) alle tastiere e Giancarlo Dossena (detto Giancarlo Dossena) alla batteria.
Da qui il nuovo titolo: Aspettando Godo 5 (io più i quattro della band). Faranno parte dello spettacolo canzoni contenute nell'LP Pathé d'animo come Quella vacca di nonna papera, Canzone dello spettatore ignaro, L'urlo e ovviamente Rapput.
La regia sarà ancora di Paola Galassi (che dovrà cambiare quasi tutto).
Il testo invece subirà poche modifiche. Si parlerà ancora della Sindrome di Quo (une dei nipotini di Paparino), di Paola Pitagora, di Batman, del Governo che è ladro, di Cossiga che è un presidente, degli spinelli di droga che fanno malissimo soprattuto se il filtro non tira bene, delle ragazze che vanno da sole in Grecia, dell'amore, del saldatore, di Salvator Gotta, degli aerei che cadono, delle differenze tra videoregistratore e videolettore, dei cacciatori che scambiano le mucche per fagiani inferociti e gli sparano, dell'isola di Papua del Big Jim, della magia del teatro, di Maurizio Zanchi e del suo incontro con Dio.
Firmato
Claudio Bisio*
*che come cantante ha assunto un nome d’arte un po’ insolito: Bisio Claudio