FAUST Ahimè, ahimè! ho studiato la psicologia dell'età evolutiva,
la sociologia delle comunicazioni di massa,
la bibliografia e biblioteconomia,
la semiotica, la semantica,
la cibernetica, la prossemica,
l'informatica, la telematica,
la biologia — e, accidenti, l'ecologia — e poi
la micro e la macrofisica, la meta e la patafisica,
da cima a fondo, con tanto zelo!

E adesso, eccomi qui, povero idiota,
e furbo come prima.

Mi chiamano l'egregio, l'illustre, il chiarissimo,
e il prof, e il dott,
e il maestro, magari, madonna!

E sarà dal '77 — ma che dico io mai? — sarà dal '68, ecco,
che me lo meno, con i miei studenti.

Edoardo Sanguineti
"Faust: Un travestimento"
Costa & Nolan, Genova, 1985


FAUST. Habe nun, ach! Philosophie,
Juristerei und Medizin
Und leider auch Theologie
Durchaus studiert, mit heißem Bemühn.

Da steh ich nun, ich armer Tor,
Und bin so klug als wie zuvor!

Heiße Magister, heiße Doktor gar
Und ziehe schon an die zehen Jahr
Herauf, herab und quer und krumm
Meine Schüler an der Nase herum —
Und sehe, daß wir nichts wissen können!

Johann Wolfgang Goethe
"Faust"


FAUST. Ahimè!, ho studiato, a fondo e con ardente zelo, filosofia e giurisprudenza e medicina e, purtroppo, anche teologia.Eccomi qua, povero pazzo, e ne so quanto prima!

Vengo chiamato Maestro, anzi dottore e già da dieci anni meno, per il naso, in su ed in giù, in qua ed in là, i miei scolari. E scopro che non possiamo sapere nulla.

Johann Wolfgang Goethe
"Faust"
traduzione di
Giovanni Vittorio Amoretti
Feltrinelli, Milano, 1950

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In "Faust. Un travestimento" è possibile trovare in veste contemporanea, ma tutt'altro che banalizzata, un'infìnità di antichissimi miti. Questi sono già presenti nel Faust goethiano a cui Sanguineti si rifà, ma qui sono come spogliati di "aura", resi in modo diretto e certamente più riconoscibili per un lettore o uno spettatore contemporaneo.

Questo è il fascino del testo di Sanguineti: che il mito di Faust, diventa mito (o vicenda) di ognuno di noi; quanti Faust (travestiti, non travestiti, mezzo vestiti) mi sembra di incontrare ovunque e ogni giorno!

Ho parlato di rilettura in veste contemporanea del mito e del testo goethiano, ma con ciò non si deve intendere una lettura superficiale, che Faust o Mefistofele parlino di psicologia dell'età evolutiva e di sociologia al posto di filosofia, teologia e altre venerande scienze, o che indossino abiti dei nostri giorni al posto di palandrane o costumi d'altri secoli; ciò che Sanguineti fa è una "attualizzazione" in senso più profondo, ottenuta usando come fulcro il linguaggio, il quale, legato a un referente testuale, si libera continuamente da esso rivendicando la sua autonomia e indipendenza, in un gioco di continua creazione linguistica, di rimandi e invenzioni che, lontani dal tradire l'originale, lo investono di una luce particolare e nuova.

Questo vale soprattutto per Faust, il quale, coinvolto in questo gioco linguistico, l'assume trasformandolo in essenza di se stesso. Faust, infatti, si dona con titubante speranza alla creazione linguistica come ad una fanciullesca, ironica magia, che possa alleviare, con i suoi continui travestimenti, il dubbio che lo divora e dare senso a ciò che forse teme di essere: un essere senza senso, senza sapere, senza realtà, un semplice travestimento.

Solo moltiplicando i travestimenti (e questo è il mefistofelico nella vicenda goethiana che Sanguineti racconta) Faust crede di fuggire al suo destino di eterno "travestito", ma non c'è via d'uscita per lui, è come un cane che si morde la coda. Il suo labirinto acquista sempre più le sembianze di spirale.

A questo mefistofelico gioco di travestimenti continui ed eterni sfugge solo Greta: la quale, nel corso della sua tragica storia, sembra spogliarsi sempre più di ogni travestimento e scorgere una verità che non può essere scansata o travestita, quella della follia, della morte.

Monica Conti


...è dal testo di Goethe che sono ripartito, al momento della stesura,... mi interessava scavare, in parallelo, in direzione di quell'etimo da "Puppenspiel" che sta notoriamente alle radici prime della redazione goethiana, ma convogliando spregiudicatamente, a questo fine platealmente marionettistico, tutte le suggestioni che possono offrire, in una disinvolta mescolanza degli stili altrettanto bene, da un momento all'altro, e tutti insieme, la sceneggiata e il teatro epico, la commedia patetica e l'avanspettacolo, la tragedia e l'operetta, il melodramma e la farsa. Dunque, un Goethe sottoposto a "contrappasso", anzi ripassato a "contrappelo"

Edoardo Sanguineti
da "Faust. Un travestimento"
Costa & Nolan, Genova, 1985

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