Riso-Bisio con vena malinconica

“Guglielma allo Zelig”

Testata
Repubblica
Data
11 febbraio 1989
Firma
Giampaolo Spinato
Immagini
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Campione di caparbietà e ostinazione, Claudio Bisio era riuscito a intrupparsi con i comedians milanesi condividendone la felice stagione culminata con l'inaugurazione della pedana dello Zelig. Sul treno della comicità "made in Naviglio's circle" — che tanta pubblicistica ha travolto in anni avidi di ricambio generazionale — Bisio era salito a testa alta, occupando lo scompartimento riservato all'anima più schizofrenica di questo convoglio carico di “nuova comicità”.

Ma, più di una volta, nei reiterati tentativi di collaborazione con altri autori, aveva dimostrato di volersi sottrarre alla sommaria schedatura imposta dallo show-business: smettendo quella maschera scomposta e demenziale, si è misurato, tra le altre cose, anche con le risonanze più malinconiche di A fior di pelle, lungometraggio d'esordio del "filmaker" milanese Fumagalli.

Claudio cercava di sperimentare una dimensione meno gigionesca: con Guglielma, il nuovo spettacolo che presenta proprio allo Zelig (fino a domenica), può affermare con orgoglio di esserci riuscito. Anche se tradisce qualche alto e basso, che il rodaggio livellerà tempestivamente, è una prova piuttosto convincente. A livello strutturale, per il calibrato accostamento di monologhi e canzoni: a livello di contenuti, per la salutare disponibilità allo "sputtanamento" che, sia pure fra qualche scelta di gusto discutibile di primo acchito, vena l’intera proposta.

Al tema dell'uomo sbagliato nel posto sbagliato, che lega i vari momenti, si salda il culmine quasi sempre malinconico del riso: nella surreale ballata del vagabondo sfrattato dai tombini, aspirante condomino di un colombario; nel duplice suicidio di una coppia dal cognome ingrato; e nel bellissimo pezzo dell'io diviso che si corteggia, s'abbandona, si ritrova senza peraltro imboccare soddisfacenti vie d'uscita nel complesso rapporto con sé medesimo. Il merito va equamente ripartito fra Sergio Conforti (testi e musiche), Gigio Alberti (regia) e lo stesso Bisio.

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