Da qualche tempo a questa parte, si è notato un crescente interesse verso un certo tipo di teatro comico (difficile definirlo cabaret), che unisce all'umorismo brillante un’acuta analisi del quotidiano e dell’inquietudine del vivere. E' questo il caso anche di Claudio Bisio, che giovedì sera al Circolo Banale ha presentato lo spettacolo «Guglielma», per la regia di Gigio Alberti.
L'attore, di formazione teatrale classica, ha fatto parte del Teatro dell'Elfo di Milano e da poco si è avvicinato al genere comico, riscuotendo ovunque notevoli successi.
Si nota infatti nel suo lavoro, scritto in collaborazione con Sergio Conforti, autore anche delle musiche dello spettacolo, una raffinata ricerca intellettuale, intelligente e attenta ai drammi e alle angosce esistenziali, senza per questo cadere nel patetismo o nella banalità assoluta. Più che altro, è un arguto spirito goliardico, che fonde intelligenza e cultura al divertimento, la molla che aziona l’intero meccanismo brillante del comico, che parla della sua triste vita di adolescente, sdegnato dalle donne, del rapporto conflittuale con il suo «poppy», che ha esigenze completamente diverse dalle sue, oseremo dire più «carnali», raccontando il tutto senza scivolare, nonostante gli argomenti trattati, in grossolanità eccessive o nell'autocommiserazione drammatica. Anche nella presentazione dei fatti più stravaganti o assurdi, oppure più comuni e consueti, Bisio mantiene infatti un elevato livello qualitativo, che rivela una valida elaborazione sottostante. L’intero spettacolo ha l’andamaneto di un moto ondulatorio: si passa dalla comicità più esasperata ai momenti di profonda introspezione psicologica. Splendido il monologo sulla storia d'amore tra «io e me stesso», che si presta ad una duplice chiave di lettura: il racconto di uno psicopatico, affetto da sdoppiamento di personalità, e l'inquietante dramma, dal sapore kafkiano, di un uomo che incontra se stesso per la prima volta. Il pezzo, che ricorda lo stile di Giorgio Gaber, è caratterizzato da un altissimo livello teatrale, e può sussistere perfettamente come atto unico a sé stante. Si passa poi alla tragicomica ironia sui cognomi inverosimili, che si prestano a spiacevoli giochi di parole: il signor Cacace incontra la signorina Guglielma Bavosa e si scambiano telefonate osè! Bisio si è esibito per oltre un'ora e mezza, ottenendo calorosissimi applausi dal folto pubblico presente in sala.