Andate assolutamente a vedere questo Comedians di Griffiths che giunge al Teatro dell Elfo, dopo mesi di rappresentazioni e di rodaggio, perfettamente ultimato. Andateci Perché è uno spettacolo divertente, messo in scena e recitato benissimo perché vi fa ridere, ma come ogni cosa che sia realmente comica sta sempre a un passo dalla tragicità.
Il testo, tradotto da Ettore Capriolo e adattato da Salvatores e dai due dioscuri della comicità Gino e Michele, è stato scritto nel 1975, ma non dimostra assolutamente l'età. Racconta di sei personaggi: un muratore, uno scaricatore di porto, un lattaio, un dipendente delle ferrovie, un agente delle assicurazioni, un ebreo proprietario di un night club che uniti, malgrado la diversa estrazione sociale, dal desiderio di fare gli attori comici, i comedians appunto come dice il titolo, si iscrivono a un corso serale tenuto da un comico una volta famoso e ora in disarmo, il professor Acquarone (interpretato con molto humour da Roberto Vezzosi) che si appassiona al suo lavoro di cui svela tutti i segreti. Intanto prepara con loro alcuni «numeri» che gli allievi dovranno eseguire di fronte all'esaminatore che verrà, un comico che ha fatto fortuna in tv.
Comedians ci fa assistere a questo lavoro di preparazione alla nascita di gags, ma ci fa anche conoscere le diverse personalità di questi comici in pectore, i loro diversi stili, come si creano i rapporti di amicizia e di inimicizia, di solidarietà e di tensione dentro il gruppo. Come pubblico noi assistiamo a questa loro preparazione quasi spiandoli dal buco della serratura: così ci troviamo di fronte a questi attori che improvvisano, si confrontano, sfoggiano un’invidiabile naturalezza e una adesione generazionale ai loro personaggi che colpiscono, catturano.
Giunge dunque finalmente il gran giorno dell’esame: eccoli qui davanti a noi questi attori con i loro dialetti (il napoletano, il bolognese, ecc.) con la loro comicità (l’ebraica, un po’ fredda, quella aggressiva, quella demenziale, ecc.), con i loro smoking ridicoli e una gran voglia di riuscire, entrare e uscire in continuazione dall’arco scenico, dialogare con il pubblico, pronti a tutto pur di ingraziarsi l'esaminatore. Solo Rizzo, autista delle ferrovie, forse il più creativo, dà la stura a una comicità cattiva, scandalosa, per rappresaglia.
In palcoscenico, dunque, si rappresenta l’arte di arrangiarsi proprio come nella vita. Anche il bidello di scuola si trasforma per l’occasione in un presentatore e per la scena vaga una presenza inquietante, quella di un pakistano che parla e gestisce stranamente, che lavora al macello e che porta in giro un grande pacco misterioso che poi si scoprirà contenere un quarto di vacca rubata per un amico sul lavoro. Poi la fine: due ce l’hanno fatta, gli altri no. Il maestro, a sua volta, è pronto per un altro corso. Siamo quasi sicuri che il nostro amico pakistano lo frequenterà: la vita e la comicità continuano.
Comedians si regge su di un ritmo indiavolato, su gags demenziali, sull’improvvisazione, su una grossa vis comica. E’ diretto con un’invidiabile sicurezza, benissimo, da Gabriele Salvatores e interpretato da attori sorprendenti, sempre «in palla», attenti a non farsi sfuggire quel che il testo offre loro. Sono attori che sanno recitare e cantare, tutti bravi, alle prese con un lavoro congeniale. Quelli che ci sono piaciuti di più sono Claudio Bisio, Antonio Catania, Paolo Rossi e Gigio Alberti; ma forse in uno spettacolo così di gruppo non è giusto fare classifiche e del resto Silvio Orlando, Renato Sarti, Alberto Storti, Gianni Palladini, Giorgio Giorgi, non sono da meno. Che altro dirvi? Andatelo a vedere: Comedians val bene una serata.