Bisio: “Festa per l’Italia con tutte le bandiere

Testata
Il Messaggero
Autore
Marco Molendini
Data
29 aprile 2006
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Articolo sul Messaggero

Evidentemente Claudio Bisio si affeziona a quello che fa. Con Zelig ha stretto un rapporto ormai decennale e ora si appresta a condurre, per la terza volta di seguito, quel gran raduno musicale che caratterizza il Primo maggio romano, il Concertone dei sindacati, prima di andarsene in tour con il suo amico di sempre, Elio e le sue Storie Tese (“siamo dei fiancheggiatori reciproci”, ammette). Quanto alla giornata di San Giovanni che si appresta a dirigere dice che “è meglio di Sanremo”. Chissà, forse così esorcizza il rischio che ha corso quest'anno di finire davvero sul palcoscenico dell'Ariston. O di finire anche alla Rai. Invece è rimasto dove stava (allora, è davvero un abitudinario), ovvero a Mediaset.

E, adesso, eccolo in prestito non solo ai sindacati ma anche a Raitre (che domenica trasmetterà l'intera maratona dalle quattro a mezzanotte). “Sono un fedele, è proprio vero” ammette. Tanto fedele da usare al primo Maggio perfino gli stessi autori di Zelig (Gino e Michele, per esempio) e portare con sé un paio di ragazzi da quel serbatoio di comici: “L'anno scorso Carnacchione ebbe un'ovazione, questa volta ci saranno con me Marco Mazzocca, il filippino lavoratore, e Luca Medici, quello che fa il cantante neomelodico” spiega, pronto ancora una volta a domare il pubblico oceanico della piazza. “L'immagine che ho negli occhi è quella di una Woodstock italiana, con il pubblico che urla, il sole, il caldo, un vero clima da raduno” racconta il “calvo quarantanovenne” (si definisce lui così). Ma, quest'anno, il Concerto avrà anche una dedica speciale e, in qualche modo, inevitabile: sarà un omaggio ai tre carabinieri uccisi a Nassiriya. “Voglio sottolineare che quei tre soldati erano dei lavoratori, al di là di tutto ciò che uno può pensare” dice Bisio. E poi spiega, tanto per evitare fraintendimenti: “Io, sulla guerra, ho le idee chiare: dal primo giorno sul mio balcone c'è la bandiera arcobaleno. Dobbiamo fare di tutto per arrivare alla pace e perché noi si torni a casa al più presto. Spero che in piazza ci siano migliaia di bandiere arcobaleno e molti tricolori. Ma vorrei che non fosse bruciata nessuna bandiera di nessun colore”.

Quella ai caduti di Nassiriya è l'estensione naturale del tema scelto quest'anno che punta sul filo conduttore di una canzone come Viva l'Italia di De Gregori per lanciare uno sguardo al nostro Paese. “I motivi sono tanti: dal risultato delle elezioni, che ci ha consegnato un'Italia spaccata in due, a quello che sta succedendo nelle votazioni alle Camere, alla bomba in Iraq, alla musica che il concerto offrirà, tutta all'italiana tranne Skin e gli Hard Fi”. L'idea è di presentare il brano di De Gregori in varie salse: “Ne farò io stesso una lettura del testo con le chitarre di Britti e Bennato che mi accompagneranno con un blues. Poi stiamo preparando un gran finale con tutti sul palco ma anche in platea a cantare insieme, compresi i segretari dei tre sindacati a cui l'idea è piaciuta molto”. Ma Bisio si riserva anche lo spazio per un monologo: “Un monologhino spiega che sarà sempre sul tema dell'Italia, con Roy Paci che mi accompagna e qualche riflessione, senza escludere anche la politica, ma non quella direttamente partitica che è ancora sotto par condicio per le elezioni amministrative”.