Bisio e il monologo «protetto»

Al concerto del 1 maggio tornato in diretta su Raitre molte battute «di sinistra» (un po' quelle di Zelig)

Testata
La Stampa
Autore
Alessandra Comazzi
Data
03 maggio 2005
Immagini
Articolo su Il Messaggero

Ben venga maggio, dunque, e 'l gonfalon selvaggio. La televisione italiana si aggiunge a Poliziano nel festeggiare uno dei mesi più belli dell'anno, con il tradizionale concerto organizzato dai sindacati in piazza San Giovanni a Roma. Quest'anno, dopo i risultati delle elezioni regionali, l'appuntamento ha recuperato la diretta, una lunga maratona su Raitre. Il mondo è strano, i valori molto relativi, come dice il Papa. Nel momento del suo massimo ascolto, il concertone condotto da Claudio Bisio, con i suoi sodali Sgrilli e Cornacchione, è stato seguito da 2 milioni 191 mila spettatori. Molte battute contro Berlusconi, in arrivo pure da Federica Sciarelli. E Bisio ha recitato, intorno alle 22,30, il suo monologo tratto da «I bambini sono di sinistra». Alcune reazioni indignate a destra. Eppure, quello stesso monologo, l'attore l'aveva presentato a «Zelig», davanti a oltre 7 milioni di spettatori. Inconfutabilmente, incommensurabilmente molti di pìù. Tutti zitti.

Insomma, il trucco per fare della televisione all'onor del mondo è non dare nell'occhio, E per non dare nell'occhio che cosa bisogna fare? Non avere pubblico? Essere protetti dalla nicchia? Il poco pubblico è già una buona garanzia, ma non è l'unica. Perché se 'sto poco pubblico è fragoroso, o formato da politici chiacchieroni, quelli vogliosi di rilasciare dichiarazioni fatte per i media, allora neanche la scarsità di share serve. Bisogna passare inosservati, camminare rasente i muri, anche in dieci milioni di persone. Se queste persone sono «normali», di quelle cioè che accendono la televisione e poi la spengono, magari ne parlano un po' tra gli amici, ma senza darle il peso che non ha, tutto finisce, si riconduce al suo normale svolgimento. Nonostante la forza della quantità. Così «Zelig»: gli autori Gino & Michele, i conduttori, i comici, tutti sono riusciti ad attirare una gran massa di pubblico, a realizzare uno dei programmi più visti della stagione (a parte la fiction), senza polemiche pretestuose, senza storie inventate, prendendo persino di mira Berlusconi e il governo come la Rai non può più fare, senza che nessuno dicesse niente. E come mai? Per democrazia? Ma no, perché nessun polemista, evidentemente, guarda Zelig. Meno male, che ne stia lontano. Che li lascino lavorare e vincere con la forza del prodotto.

Per il resto, tra la «Famiglia in giallo» di Scarpati e la «Fattoria», ha vinto il gruppo del cane Brigadiere, 5 milioni 796 mila spettatori su Raiuno, 4 milioni 795 mila su Canale 5. È arrivata la bella stagione, le reti generaliste stanno per chiudere bottega e affidarsi alle rinfrescanti repliche, sono già partite quelle del «Maresciallo Rocca». Che consolazione, le abitudini televisive.