I bimbi sono di destra o di sinistra? «Egoisti». «No, amano la libertà»

Lo scrittore contesta l’analisi «progressista» del conduttore di Zelig
Covacich contro Bisio, dibattito sui valori dell’infanzia

Testata
Corriere della Sera
Data
23 maggio 2005
Firma
Gabriela Jacomella
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Immagine dell'articolo sul Corriere

«I bambini sono dl sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni. Qualsiasi cosa tu gli dica che assomiglia vagamente a un ordine, fanno resistenza... ora e sempre!». «I bambini sono istintivamente egocentrici ed egoisti. I bambini non fanno resistenza, fanno capricci». La sua tesi, Claudio Bisio l’ha raccontata dal palco di molti teatri italiani: i bambini sono dl sinistra. Mauro Covacich ci ha pensato su, e sull’Espresso di questa settimana ha replicato: «Caro Bisio, hai preso una cantonata. I bambini tutto sono, fuor che dl sinistra». Seguono due pagine di prove e controprove, tra famiglie (per l’appunto) di sinistra schiavizzate da tiranni in miniatura e fanciulli impietosi che «hanno disgusto per le anomalie e le diversità» e «credono nella legge del più forte». L’ottimismo dl Bisio contro il pessimismo dl Covaciceh. II Piccolo Principe contro il Signore delle mosche. «Sinistra» contro «destra».

Una contrapposizione schematica, un po’ per convinzione un po’ per amore di polemica: «ma mentre non credo alla teoria di Rousseau - il bambino che nasce buono e poi è rovinato dalla società – l’idea di Covacich mi è più affine. Del resto è vero, ogni bambino si percepisce come assoluto, il “piccolo imperatore” di Bertolucci: esce dal suo palazzo, e tutti si inchinano...». Cristina Comencini, scrittrice e regista, di infanzia può a ben diritto dirsi esperta: cresciuta con tre sorelle, a sua volta diventata madre, oggi lavora alla versione cinematografica del suo ultimo romanzo, La bestia nel cuore, che «si conclude proprio sull’idea del bimbo che racchiude in sé tutto il male e tutto il bene del mondo». Ma attribuire a questo «male» un valore negativo «è un errore che nasce dall’attribuirgli una categoria interpretativa adulta; l’infanzia ha categorie proprie in cui trova posto un’energia barbarica, non codificata, che è poi la bellezza dell’essere piccoli».

Il problema, dunque, sta anche se non soprattutto nel lessico di riferimento: «Destra e sinistra sono parole troppo sputtanate, non possono essere usate per incastrare la libertà dei bambini. C’è un retropensiero per cui tutto ciò che è di sinistra è buonissimo, tutto ciò che è di destra è pessimo. La chiesa, allora, è di sinistra o di destra? E Giamburrasca, era di destra o di sinistra?». La bambina Lina Wertmüller riuscì a farsi cacciare da undici scuole undici, a riprova di un istinto ribelle che forse Covacich farebbe rientrare in tutt’altra categoria («quella che tu chiami resistenza in realtà si chiama capriccio»). La regista Lina Wertmüller non ama le categorie e nemmeno «che si mettano cartelloni sbagliati in testa ai bambini. Giamburrasca era un ragazzino intelligente, quindi contestava le ipocrisie dell'educazione borghese: se questo è dl sinistra, allora lui era di sinistra... Ma la verità è che i bambini sono come sono, provano piacere nel difendere i deboli ma possono diventare carogne tremende».

Insomma, non è così facile entrare nella mente di un bimbo, e una volta entrati è ancora più complicato comprenderne i meccanismi. Perché alla base dl tutto «c’è una spontaneità che li apre a tutte le contraddizioni - prova a condensare la psicologa Silvia Vegetti Finzi -: proprio per questo dire bambino, in realtà, non vuole dire niente», e applicare in modo totalizzante le categorie buono/cattivo significa «non vedere l’evoluzione, la mobilita della mente infantile. E’ vero, il pensiero logico del bambino è egocentrico, privilegia il suo punto dl vista ed è difficile che colga quello dell’altro. Ma sono stadi dl sviluppo necessari». Perché poi il punto sta tutto qui, prosegue la sociologa Chiara Saraceno, «i bambini per crescere hanno bisogno di una forte dose di egoisrno; non sono naturalmente buoni e generosi, hanno anche un forte senso del possesso. E sì, sono "conservatori" perché hanno bisogno di certezze, si spaventano un po' del nuovo, dell'inconsueto: sperimentano la diversità come qualcosa con cui devono fare i conti Ma sono modi di essere che dipendono dallo stadio evolutivo, e nel passaggio da un livello all’altro vanno aiutati a riconoscere errori e rigidità». Quanto al «destra o sinistra», la questione è liquidata con una battuta: «Anche solo dirlo è una forma di autocentrismo è selvaggio. Grazie a Dio, I bambini non sono ancora politici».

No, i bambini non sono politici. E mi sembra un po’ assurdo – commenta Roberto Piumini, tra i più noti scrittori per l’infanzia – problematizzare sul fatto se siano di destra o di sinistra, quando in realtà non ci si occupa di loro, si trascurano la scuola, gli spazi cittadini… Queste categorie, poi, sono molto strette rispetto a una totalità del bambino che è unica, non rigida, giocosa, giullaresca». «Il bambino è un assoluto – concorda Diego De Silva, autore di Certi bambini e oggi tra gli sceneggiatori di All the invisible Children, film a episodi coprodotto da Italia e usa (I ricavi andranno all’Unicef) sul tema dell’infanzia rubata -, la sua grandezza sta nel riuscire ad essere contemporaneamente qualsiasi cosa. E’ questa ineffabilità a rendere l’infanzia un bene straordinario. Un tesoro che purtroppo oggi si compra per quattro soldi in molte parti del mondo. Italia compresa».

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