di Rocco Tanica
“La prosa di Bisio guizza felpata fra i binari del consueto, saliscendi garbato e greve, sussurro bruto in un roveto di stili. Ma se Tamaro racconta l’implicito “sé”, Bisio smentisce l’indicibile. Lo logora, ne fa spoliazione crassa. È una compravendita di sottintesi quella che in sintesi propone; il systèm imparfait come lo sognò Caligari, o solo un birignao della memoria? Può darsi.
E mi spingo oltre. Quando seppi che Fabio Testi era candidato a interpretare Osvaldo Valenti in un film per la tv ci restai male, perché secondo me Bisio somigliava di più. Poi dopo, quando seppi che a interpretare Evita Peròn era candidata Madonna ci restai ancora male, perché secondo me Bisio somigliava di più – a Madonna – allora già che c’erano potevano fargliela fare a lui che di sicuro vuole meno soldi. Per dire che insomma il mondo del cinema non è come lo vorremmo, ma neanche quello dell’editoria. Infatti quando seppi che a scrivere la quarta di copertina del libro di Bisio ero candidato io ci restai male, perché secondo me poteva scriversela Bisio che di sicuro prende più soldi. Alla fine mi son messo d’accordo con Baldini (Castoldi nicchia) che loro falsificano l’invenduto di Susanna e poi ci spartiamo l’introito.
Vogliamo infine chiamare le cose con il loro nome? Io vi supplico di acquistare questo libro. Farete contente tutta una serie di persone e avrete speso l’equivalente del pieno di benzina di una macchina microscopica: il vostro cervello”.