Ernest Borgnine, duro per eccellenza del cinema hollywoodiano, basti ricordare il personaggio bastardo che interpretava nell’Imperatore del Nord di Robert Aldrich, è alle prese con un cane che non vuole saperne di abbaiare. Ernest però mantiene il suo aplomb, nonostante il caldo sole di questa tarda primavera.
La scena si svolge alle ex cartiere Binda, luogo scelto per le riprese del film La cura del gorilla, tratto dai romanzi di Sandrone Dazieri. Dirige Carlo Sigon, trascorsi pubblicitari (Toyota, Matiz, Gatorade, Lg e molti spot per il mercato africano, tra cui uno magnifico per la Safari Lager, rintracciabili al sito www.carlosigon.com/) al suo esordio nella fiction. Protagonista del film Claudio Bisio, al centro dell’attenzione mediatica perché corteggiato dalla Rai indaffarata nella sostituzione di Bonolis.
Bisio però non parla di tv, neppure di teatro e altro, è entusiasta di questo suo ritorno al cinema dopo qualche anno d’assenza. Si presenta con il volto segnato da profonde cicatrici e viene subito il dubbio che Borgnine gli abbia dato una dura lezione. Nulla di tutto questo, il grande Ernest interpreta infatti un personaggio chiamato a stemperare, a virare un po’ in commedia le avventure del Gorilla. Che il suo inventore Sandrone Dazieri così racconta: «Ho scritto il primo dei tre romanzi nel ‘99, una storia semplice, con il protagonista che fa il buttafuori e l’investigatore, per questo lo chiamano il Gorilla, ma è schizofrenico, ha un alter ego, che viene chiamato il Socio che si sveglia quando lui si addormenta. Quindi non dorme mai. E’ un personaggio che nasce come risposta ai serial killer made in Usa, tutti matti, invece a me non hanno fatto mai paura i matti quanto i presunti normali. Mentre scrivevo avevo in mente un personaggio che avrebbe potuto essere interpretato da Claudio Bisio. Sono stato fortunato, quell’ipotesi oggi è realtà».
Un personaggio doppio quindi, che alterna la frequentazione di centri sociali con il suo lato oscuro e violento. «E’ la prima volta in cui faccio un film anche d’azione - aggiunge Bisio - di solito in certe scene si usano gli stunt ma io ho voluto fare un po’ lo sborone interpretandole personalmente».
Tra gli altri interpreti Antonio Catania, Gigio Alberti, Bebo Storti e Stefania Rocca, anche lei ipotizzata da Sandrone come interprete. «Il mio personaggio lavora in un centro d’accoglienza – racconta Stefania - aiuta gli altri, poi quandi volta per una volta ha bisogno d’aiuto si rivolge al Gorilla».
L’attenzione però è rivolta prevalentemente a Borgnine che racconta così, in italiano, le sue origini «mia mamma è di Carpi, vicino Modena, dove si mangiano i capelet, mio padre di Torino e anche lì si mangia bene. Per la prima volta faccio un film in italiano (ma il personaggio che interpreta è italoamericano, ndr) avevo però già lavorato molti anni fa con De Sica per Il giudizio universale. L’altro giorno poi mi è capitata una cosa strana, un mio parente mi ha detto di avermi visto in un film bellissimo, 9/11, ma io il film non l’ho mai visto, perché negli Usa non è mai uscito. Mi comprerò qui un Dvd. Ho visto solo il mio episodio perché Sean Penn che lo ha diretto me lo ha mostrato, ma non ho mai visto gli altri. Tutti dicono che Penn sia un genio, io posso solo dire che lavorare con lui è stato un sogno. Ma anche questo film non è male, tutto è fantastico, sono potuto tornare in Italia e in più mi pagano».
Ottantotto anni portati con disinvoltura, sorriso pronto, cortesia nel voler usare l’italiano, il duro dello schermo sfodera un sorriso irresistibile e dopo un’infinità di film indimenticabili si fionda con la stessa serietà di sempre sul set, a dialogare con un cane lupo sotto il sole rovente.