Il personaggio interpretato da Bisio è a fine carriera ma non vuole smettere. Finisce in una comunità francescana a insegnare ginnastica a ragazzini “inadatti” e, con la sana cattiveria della palla ovale, li fa diventare grandi. L’autore Terruzzi: “Il rugby è un piccolo sistema con un codice di comportamento che tiene”.
Asini: “mammiferi dei perissodattili più piccoli del cavallo e con lunghe orecchie, domestici, docili, intelligenti… con i cavalli producono ibridi: mulo (asino con una cavalla), bardotto (asina con un cavallo)” (dal Dizionario enciclopedico Sansoni).
Rugby: “E’ trenta uomini che rincorrono un sacco di vento” (Willie John McBride), “E’ come l’amore: devi dare prima di prendere” (Serge Blanco), “Io di rugby non me ne intendo, ma la mia lavatrice sì” (Piera Masera, madre di due figli rugbisti).
Asini e rugby. In comune c’è che sono fuori moda, sono semplici, e si accontentano di poco. In comune, adesso (e da domani nei cinema di tuta Italia), c’è anche un film. Aisni, appunto, scritto da Claudio Bisio, Giorgio Terruzzi e Roberto Traverso, diretto da Antonello Grimaldi, con Bisio, Giovanna Mezzogiorno, Fabio De Luigi, Maria Amelia Monti, Arnoldo Foà, Isa Barzizza, Ivano Marescotti e Renato Carpentieri.
Italo (Bisio), 40 anni, milanese, disoccupato, fine carriera rugbistica, in bilico fra panchina e tribuna, sgrossa chi comincia a giocare a rugby. “La palla. E’ ovale. Perché ovale? Perché ci sono le code ai caselli, le zanzare d’estate. E poi perché non è rotonda” (Bisio). Poi un caso della vita lo porta a insegnare ginnastica in Romagna, in una comunità francescana, fra ragazzini ritenuti “inadatti” ai tempi e ai modi della scuola tradizionale, ma adattissimi per essere contagiati da quella sana cattiveria della palla ovale, che significa forza, grinta e soprattutto voglia. Voglia di spingere, darci dentro, superarsi, non arrendersi. “Il rugby – spiega Terruzzi – è un piccolo sistema, con un codice di comportamento, che tiene”.
Asini racconta la scuola: orari provvisori e definitivi, ricreazioni che durano due giorni, campanelle. Asini racconta l’amore: “Siamo due che si sono lasciati ma stanno insieme, o siamo due che stanno insieme ma si sono lasciati?” chiede Rita al suo (ex?) fidanzato Italo. Asini racconta il senso della vita: la partita di rugby Nuova Zelanda-Scozia in videocassetta, bambini si bambini no bambini quando, avere o trovare un compito da fare fosse anche lavare le pietre o insegnare l’haka (la danza maori eseguita dagli All Blacks prima di un match). Asini racconta il rugby: “Trasferta a Firenze, sveglia alle 5, partenza alle 6, 300 chilometri in pullman, il Lungarno non frega a nessuno, mai visto in 10 anni, campo, una saccata di botte, mai vinto a Firenze, doccetta, chi la fa, chi non la fa fa niente, altri 300 chilometri in pullman, a casa a mezzanotte. Bella domenica, no?” (Bisio).
Asini fa ridere e anche un po’ piangere, piangere dal ridere e anche dal commuoversi. Perché in Asini c’è un po’ di follia (alla Tonino Guerra) e poesia (esageriamo?, alla Federico Fellini), un po’ di birreria (alla spina) e spogliatoio (all’olio di canfora). Tanto che alla fine Asini sembra possedere l’impatto di un pilone, la leggerezza di un’ala, la profondità di un’apertura, i buoni sentimenti di una terza.
L’allenatore? “Un attore nato”.
“Carnovali? Bravissimo, forse non potrà fare l’Amleto, ma è un attore nato”. Parola di Bisio. Carnovali di nome fa Sergio, di professione bancario, di passione rugby, allenatore nella vita (l’Asr Milano, miracolosamente prima in serie B, girone A, 3 vittorie in 3 partite) e sul set di Asini. Ha 46 anni e “nel suo sangue – giura sua moglie Sonia – scorre in eguale misura rugby e birra”. Perché Sergio ha un fratello allenatore dell’under 19, e alla figlia Marta ha imposto un altro nome (Ellis) che di femminile non ha nulla ma di rugbistico tutto (William Webb Ellis è l’inventore del rugby).
Anteprima oggi, a Rovigo, del film “Asini”. Una scelta non casuale, visto che la città veneta è una delle capitali (11 scudetti) del rugby in Italia. La pellicola sarà proiettata al cinema Duomo alle 18 e alle 21,15. Al termine della seconda proiezione incontro con Claudio Bisio e gli altri attori. Ci saranno anche il presidente della Federazione rugby Giancarlo Dondi, i giocatori della Asr Milano e quelli della Rugby Rovigo. Domani , venerdì 12 novembre, altre due proiezioni per gli studenti: alle 9 e alle 10,30. L’anteprima fa parte della “Rassegna del cinema sportivo e d’autore”